Il tifo nerazzurro si prepara al ritorno di Romelu a San Siro, per la prima volta da avversario dopo il “tradimento” estivo. In uno stadio in cui il fischio è sacro – Trap lo ha insegnato – la caccia all’uomo non dovrebbe però trovare spazio
In settimana ci hanno fatto sapere che i preparativi per il ritorno di Romelu Lukaku a San Siro del 29 ottobre sono già cominciati. Con l’anticipo che meritano i grandi eventi. La Curva Nord ha informato che, per l’occasione, saranno distribuiti 50.000 fischietti “da utilizzare a perdifiato ad ogni tocco di palla di chi ha tradito la nostra maglia”. Spicca la locuzione avverbiale “a perdifiato”cche impegna i tifosi a una certa preparazione fisica in vista del 29 ottobre, per poter disporre della sufficiente capacità polmonare. E poi, naturalmente, spicca la parola “tradito”, chiosata nel comunicato in modo inequivocabile: “Un personaggio che si è dimostrato un piccolo uomo, perché prima di essere un campione, bisogna essere uomini e saper rispettare la parola data. Ti abbiamo difeso a spada tratta e ci hai ripagato voltandoci le spalle”. Che il comportamento del calciatore belga sia stato tutt’altro che limpido è un dato oggettivo: ha lasciato l’Inter una prima volta per cercare soldi e gloria al Chelsea, è tornato pentito, con tanto di scuse ai tifosi e bacio della maglia, ha fatto finta di restare in nerazzurro l’estate scorsa, mentre flirtava con la Signora, per poi farsi incoronare ennesimo re di Roma.