TORINO – “Fermati Piero, fermati adesso – Lascia che il Toro ti passi un po’ addosso…”. Chiediamo perdono a De André, e al Piero di “La guerra di Piero”, se ci concediamo di portare su un campo di pallone una canzone che mette sullo spartito le atrocità della guerra. Ma grazie all’intervista realizzata da Torino Channel abbiamo saputo che Schuurs, Perr quando era in Olanda, in Italia è diventato Piero. E allora viene naturale sostituire il “vento” del testo di De André con Toro, immaginando che a cantare il verso siano i tifosi granata con l’intento di indurre il difensore a prolungare la permanenza al Filadelfia. Non sarà semplice, visto che in estate è prevedibile che Cairo sarà allettato da offerte superiori ai 40 milioni, per il cartellino del gioiello dell’Ajax. Al quale è ugualmente probabile verranno rivolte offerte faraoniche, parlando di contratto.
«Juric è tosto, per fortuna»
Per adesso Perr “Piero” Schuurs è comunque un difensore del Torino, un punto fermo della retroguardia di Juric. «Gli allenamenti con il mister sono tosti, ma questo per me non è un problema, bensì un’opportunità. Se ho bisogno di un aiuto Juric è sempre disponibile, in più è un tecnico che sa mettere in pratica quello che pensa. Le punizioni? Ho imparato nelle giovanili, l’allenatore mi diceva sempre di mirare l’angolino: mi riusciva, in una stagione ne realizzai ben sei». Perr o Piero che sia, l’olandese è un tesoro sia tecnico che finanziario del Torino.
Schuurs, gli inizi in attacco
«All’inizio giocavo come attaccante. Fino ai 15/16 anni ho fatto questo ruolo ma poi sono andato in un club professionistico e l’allenatore mi ha fatto fare subito il difensore. Ho preso da mio papà. Sono un tipo molto serio. Quando devo allenarmi o giocare una partita devo concentrarmi al massimo per dare il 100%. Voglio anche svolgere del lavoro in più in palestra per migliorare. Credo che nel nostro mestiere sia importante concentrarci al massimo ogni giorno. Con la mia ragazza facciamo lezione con un insegnante olandese due o tre volte a settimana. So che c’è tempo ma per me è importante imparare presto l’italiano. La Serie A mi migliora, e il cibo qua è il top».
Il Toro e i tifosi: amore vero
«Con l’Ajax abbiamo giocato la Champions League quindi l’atmosfera era sempre al top, ci sono i tifosi migliori d’Olanda e lo stadio è grandioso. Tutto era molto bello. In Italia invece, specialmente qui a Torino, c’è più emozione da parte dei tifosi e se combatti per loro lo apprezzano soprattutto se vinci. Mi fermano soprattutto a fine allenamento o quando giro in città con la mia ragazza. Vogliono foto e autografi, so di piacergli molto ma anche loro piacciono a me. I tifosi sono molto importanti per noi e anche per me personalmente. Senza di loro non avremmo raggiunto ciò che abbiamo ora. Quando vengono miei amici dall’Olanda andiamo in città e mi piace far vedere loro anche qualcosa del club. Per me la cosa più importante è Superga, la storia del Toro».