Sole, caldo, una piccola stazione in provincia di Alessandria, due treni che si incrociano, i freni di emergenza che stridono: la storia di una delle più cruente battaglie tra tifosi di sempre, a colpi di tegole, bastoni e armi prese dai cantieri
Sono le 13.10 del 6 giugno 1993 e in mezzo alla campagna c’è il silenzio dell’estate. Ogni cosa – un filo d’erba, il vento, un ruscello – vibra di vita, ma è una vita silenziosa, quasi annoiata, stordita da un sole che a quell’ora sa essere feroce. Nei pochi casolari sparsi qua e là la gente sta riposando. In campagna ci si sveglia presto e si comincia a lavorare i campi poco dopo l’alba. Tacciono persino le mucche, le galline e i maiali, come se sapessero. Pontecurone – Puncrou nel dialetto di quelle parti – è un puntino nella carta geografica, lì dove il Piemonte si affaccia sulla Lombardia. Ci vivono tremila anime, sono tutti contadini da più generazioni.