Il tecnico-architetto dei trionfi degli Anni 90: “No ai lanci, restare in 30 metri, se i rossoneri giocano da collettivo metteranno in difficoltà la Juve. Le scommesse? Al Parma mollai due giocatori perché parlavano solo di soldi…”
A rrigo Sacchi parla del collettivo che batte undici individualità? Certo. Del pressing come arma offensiva e del tatticismo di Allegri? Certo. Dell’intelligenza che vale più del talento? Certo. L’uomo ha costruito la sua scala di valori e non deroga, perché con quella legge il mondo. Nel suo racconto di Milan-Juve però c’è spazio per spunti originali: un commento forte su Tijjani Reijnders, un’opinione non convenzionale su Leao, un aneddoto sconosciuto su un Milan-Juve anni Novanta.