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Il Milan ha una nuova missione: rilanciare De Ketelaere

MILANO – II l tempo scorre, nella vita, figurarsi nel calcio dove un giorno sei un campione e quello dopo un bidone. Charles De Ketelaere sta vivendo sulle montagne russe da mesi, ma la discesa non è ancora arrivata. È come se il belga si trovasse sul vagone di un ottovolante che continua però a salire, salire, senza mai arrivare all’agognata discesa, quella che scioglie l’adrenalina. Ogni volta che si trova in campo, sono continui “giri della morte”, come quell’ennesimo gol fallito a Monza. Si chiamano segnali, e quelli positivi per De Ketelaere non arrivano. Eppure, a sentire chiunque viva a contatto diretto con lui o lo osservi da lontano con occhio più o meno interessato, la svolta è dietro l’angolo. Un po’ come accaduto al Milan in crisi, che, contro il Torino, ha trovato una vittoria sudata, forse anche immeritata, ma che ha permesso però agli uomini di Pioli di ritrovarsi. A Milanello sono convinti che quel bivio sia vicino pure per De Ketelaere e per questo tutto l’ambiente continua a credere e a puntare con forza sul talento belga.

De Ketelaere e il feeling con Leao

Come detto, l’appoggio all’ex Bruges non è mai mancato e tuttora è vivo. Da Maldini e Pioli – e ci mancherebbe -, ai grandi ex come Shevchenko (che ieri lo ha incoraggiato dal vivo anche a Milanello), Ambrosini e Gullit, passando per i compagni, in primis Ibrahimovic e capitan Calabria. Ma anche Leao da qualche settimana è diventato il principale “sponsor” di De Ketelaere. Se all’inizio della sua avventura italiana Charles si era logicamente avvicinato e legato ai connazionali come Saelemaekers, per ambientarsi più facilmente nella nuova realtà, adesso è il funambolico portoghese ad aver preso sotto la sua ala il trequartista. Come se Leao volesse dirgli: ci sono già passato, so cosa stai provando, ma ne verrai fuori brillantemente, come me. Il Milan ha investito tanto su De Ketelaere, in tutto 35 milioni, e il ragazzo, arrivato senza una vera preparazione e con il peso delle grandi aspettative – e dei paragoni pesanti, su tutti quello con Kakà -, ha finito inevitabilmente per sentirsi schiacciato dalla grande pressione e, dopo i primi errori, si è involuto. Ma, al di là di un linguaggio fisico che non sembra ancora far trasparire la sua voglia di emergere, non ha mai mollato. In allenamento è sempre positivo e propositivo, ascolta e cerca di imparare i continui suggerimenti. L’atteggiamento è di quelli giusti, non da sbruffone o menefreghista. Da ragazzo normale, così come Tonali, un esempio da seguire.

De Ketelaere e il paragone con André Silva

Dopo i primi ovvii momenti di ambientamento, oggi il belga si sente come a casa a Milano e sta imparando sempre di più l’italiano per integrarsi al meglio. Chi lo vede ogni giorno, racconta di un professionista molto motivato, deciso a dribblare le critiche mediatiche per trovare finalmente lasua dimensione. De Ketelaere sa che le settimane passano – per esempio solo André Silva, fra gli acquisti degli ultimi anni del Milan, ci ha messo più di lui a trovare il primo gol in Serie A (il portoghese si sbloccò alla 28ª giornata, Charles è arrivato a quota 23) -, che essere un giocatore del Diavolo lo pone ogni giorno di fronte a sfi de difficili. Ma, al tempo stesso, avverte la completa e massima fi ducia del club, del tecnico e dei compagni. Serve una miccia, la giocata che lo liberi dalle catene che lo stanno limitando. Il Milan è convinto che arriverà, ora sta a lui crederci ancora di più.

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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