«Certamente, e vedo una squadra solida che gioca in maniera molto aggressiva. Sta facendo il suo campionato e lo sta facendo bene. Ovviamente da grandissimo tifoso granata quale sono mi aspetto sempre di più, ma il Toro è in linea con gli obiettivi stagionali. Quando affronti una squadra come quella di Juric è sempre molto difficile avere la meglio. Lo dimostra la partita contro il Milan».
A proposito della sfida di venerdì, Juric ha detto che la squadra ha dominato. Cosa non ha funzionato?
«Il Toro non meritava di perdere a San Siro. Quando giochi con una squadra che attraversa un periodo difficile come il Milan ci si può aspettare di andare lì e fare la partita. Non dimentichiamo, però, che i rossoneri sono campioni d’Italia e hanno individualità importanti. Ai ragazzi di Juric è mancato solo il gol».
Con Juric in panchina, in campionato il Torino ha vinto solo una volta in 22 partite giocate contro le grandi. Come si inverte la tendenza?
«Con il lavoro quotidiano al Filadelfia. Il Toro ha un ottimo allenatore che fa giocare bene le proprie squadre e pretende molto dai giocatori, come si capisce dalle energie che spendono in campo. Mi dicono che ogni giorno lavorano tanto e bene, e in campo si vede poiché costruiscono tanto. Con un po’ di concretezza e una piccola dose di fortuna si può invertire la tendenza».
Gli attaccanti, però, continuano a segnare troppo poco.
«Il Torino dopo Ciro Immobile e Andrea Belotti non ha avuto attaccanti dello stesso livello. Parliamo di una grande squadra, che nella sua storia ha avuto centravanti importanti. Sanabria e Pellegri devono ancora dimostrare di essere da Toro. Il paraguaiano gioca bene la palla e ha margini di crescita. A volte basta un episodio per sbloccarsi definitivamente, e lo stesso discorso vale per Pellegri».
Juric le piace?
«Assolutamente sì. È un tecnico di riferimento per me e altri giovani allenatori. Adesso in tanti stanno copiando il suo gioco uomo a uomo. È un tipo di calcio che porta via tante energie, ma se hai qualità i risultati arrivano. Servono giocatori di personalità, energici. Da giocatore i duelli sono stati la mia forza, quindi non posso che essere un estimatore del gioco di Juric. È l’uomo in più di questo Torino».
Torniamo al campionato e parliamo di obiettivi: con il tecnico croato in panchina è possibile qualificarsi alle coppe europee?
«Se si guarda la classifica l’Europa è possibile, sia per l’Europa League sia per la Conference. Se guardo la squadra dico che può affrontare il doppio impegno campionato-coppa. Come per l’Italia, anche all’estero il Toro dà fastidio a chi lo affronta. Se c’è una squadra da evitare è proprio quella granata».
E lei una qualificazione all’Europa League con il Torino l’ha conquistata nel 2014.
«Esatto, anche se ho sbagliato il rigore contro la Fiorentina che era fondamentale. È stata una soddisfazione enorme, quella qualificazione, perché per noi era un obiettivo importante e siamo stati felici di regalare un’emozione unica ai tifosi. Da troppi anni il Torino non conquistava un posto in Europa».
Da esterno offensivo come giudica le prestazioni di Vlasic e Miranchuk?
«Mi piacciono entrambi: sono centrali per il gioco di Juric. Miranchuk è un mancino che dà qualità ed è bravo nell’ultimo passaggio. Vlasic non segna da un po’, ma certe volte serve una scintilla per sbloccarsi anche dal punto di vista realizzativo: tornerà a segnare. L’importante è non perdere mai la serenità».
Il Torino deve riscattarli, a fine stagione?
«Non conosco le dinamiche di mercato del Torino, ma sono buoni giocatori di prospettiva che possono ancora crescere. Dico sempre che a parlare sarà il campo».
Vista la mancanza di gol degli attaccanti, i due possono diventare una soluzione anche in posizione di centravanti?
«Il calcio moderno ti obbliga ad adattarti. Un grande maestro come Luciano Spalletti dice sempre che i moduli esistono solo a parole. Un calciatore deve essere impiegabile in più ruoli».
Le sarebbe piaciuto giocare nel 3-4-2-1 di Juric?
«Mi sarei divertito e avrei fatto divertire, perché è un gioco molto offensivo, il suo è un calcio spensierato».
E lei adesso che progetti ha?
«Sto facendo il mio percorso da allenatore. Alleno un’accademia del Frosinone (Accademia Gialloazzurri, ndr) qui a Roma. Mi sto buttando in questo mondo, guardo le partite e imparo».
Cosa augura al Torino e a Juric per il prosieguo della stagione?
«Il croato è un allenatore che ha le idee molto chiare. Auguro a lui e al Toro di raggiungere gli obiettivi prefissati e di far gioire i tifosi granata».