Dopo l’ottima stagione scorsa c’è un poker di tecnici che punta ad essere ancora protagonista in A
Una promozione in Serie A con lo Spezia. Una salvezza con lo stesso club. Poi il trasferimento a Firenze, una qualificazione europea conquistata al primo anno e due finali (Coppa Italia e Conference), seppure perse, al secondo. A Vincenzo Italiano, ormai, manca solo un trofeo, ma nemmeno servirebbe per l’abilitazione al ruolo di “tecnico da grande squadra”. Il Napoli aveva già pensato a lui, poi ha fatto altre scelte e la Fiorentina non aveva comunque nessuna voglia di lasciar andare un allenatore così bravo. Questa stagione servirà a Italiano per dimostrare di poter organizzare una fase difensiva convincente, al di là delle qualità individuali e dalle capacità di lettura delle situazioni da parte dei giocatori. Perché, per quanto a Italiano piacciano la difesa alta e la pressione estrema, ci rifiutiamo di pensare che non abbia ripetuto mille volte ai suoi giocatori che a palla scoperta si scappa velocemente indietro. Il gol del West Ham al 90’ della finale di Conference è una lezione che i difensori di Italiano non dimenticheranno mai, ma anche l’amichevole recente con la Stella Rossa (e i 5 gol presi in 27 minuti) ha dimostrato che là dietro bisogna fare molta più attenzione. Italiano, da giocatore, era un regista che si ispirava ad Albertini e a Pirlo: gli piaceva lanciare ma anche legare il gioco. La sua scommessa stagionale si chiama Arthur: se riuscirà a riportare il brasiliano su alti livelli avrà fatto un’impresa e un regalo alla squadra, perché la palla sicuramente scivolerebbe meglio. Ma anche in questo caso bisognerà trovare gli equilibri giusti visto che Amrabat copriva un’ampia fetta di campo in fase difensiva. Italiano cercherà anche di tirare fuori il meglio da Parisi, che arriva da Empoli con grandi ambizioni.