TORINO – Il tridente di Max Allegri funziona. Certo, è migliorabile, come del resto la condizione dei suoi interpreti, ma la prima è buona. E le chiavi sono due: il lavoro costante di inserimento di Filip Kostic, tra i più brillanti nella manovra offensiva, e lo spirito di sacrificio di Angel Di Maria, che avrà anche perso qualche pallone, ma che a tratti si è trasformato in Di Magia.
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Pronti per l’Europa
Vlahovic, Chiesa e Di Maria insieme, con pure Kostic a spingere e il duo Locatelli-Rabiot a fare da diga: con la Fiorentina l’esperimento funziona e sarà quasi certamente riproposto – se gli elementi staranno bene fisicamente – giovedì nell’andata dei sedicesimi di Europa League contro il Nantes, sempre allo Stadium.
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Fideo a tutto campo
Vlahovic avrebbe pure realizzato la rete del 2-0, su assist del connazionale Kostic, se il fuorigioco automatico non glielo avesse cancellato per una questione di millimetri. Chiesa è partito con grande energia, perdendo brillantezza con il trascorrere dei minuti (e uscendo arrabbiato alla sostituzione); Di Maria ha arretrato spesso il baricentro, agendo anche da mezzala con libertà di creare. E dal suo piede è arrivato il vantaggio di Rabiot.
Anche il cuore
Ma in generale, al netto del buon impatto del cambio di sistema di gioco, dal 3-5-2 al 3-4-2-1, la Juventus ha dimostrato di metterci pure cuore e voglia: sa soffrire (con il gol annullato a Castrovilli nel finale che sarebbe valso il pari) ed è tornata a blindare la difesa per due partite consecutive (Bremer ammonito, salterà lo Spezia) per una vittoria di corto muso, come piace ad Allegri.
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