La giornata no col Sassuolo e quella col Napoli, la difesa di Allegri e poi i suoi appunti, un ruolo al centro della Juve e poi molto meno campo: viaggio nel complesso momento del centrocampista. Anche se non c’entrano solo le valutazioni individuali
Non è banale per Nicolò Fagioli ritrovare la maglia da titolare col Bologna. Nulla di paragonabile alle secche di inizio stagione, cominciata toccando il campo solo in quattro delle prime sedici partite, 59 minuti da metà agosto a quasi tutto ottobre, riuscendo poi a riscrivere la storia della propria stagione con un finale in crescendo prima della pausa del Mondiale, premiato dall’aver tenuto duro e dall’essersi poi fatto trovare pronto. Questa è un’altra fase della crescita, non quella dell’affermazione ma della conferma. Più in particolare del confronto con l’errore. In termini di accettazione, e di reazione.