Antore Peloso, ex direttore del centro sportivo rossonero, ricorda il clima del 2003: “Quando la squadra riposava, in cucina non potevano muovere nemmeno una posata. E per i giardinieri era off limits il tosaerba”
Sedici ettari di santuario laico immerso nella campagna dove lavorare, riposare, ritirarsi – nel senso di stare in ritiro… –, concentrarsi, caricarsi e, perché no, pregare. Ognuno a modo proprio. In un posto come Milanello prima di un euroderby di Champions succede tutto questo, e anche di più. Il centro sportivo rossonero è da sempre il posto perfetto per preparare una partita. Un luogo entrato nella mitologia rossonera e allo stesso tempo definito con una sola parola da chiunque l’abbia frequentato come inquilino: casa. Milanello è casa e per trent’anni – novembre 1986-giugno ‘17 – il mitico padrone di quella casa è stato Antore Peloso, che di Milanello era il direttore e ci svela uno spicchio del “dietro le quinte” prima dei due euroderby di vent’anni fa.