Il tedesco protagonista in negativo in 3 reti su 5. Il danese in difficoltà contro Lautaro Martinez e Thuram. La fase difensiva non regge
Per fortuna il 2023 è finito. Quello dei derby, s’intende. Cinque schiaffi uno dopo l’altro, iniziati a gennaio in Supercoppa e conclusi in una terribile serata di settembre sotto il diluvio: quello vero e quello di gol. Cinque anche questi, che in un derby – per quanto di inizio stagione – segnano l’anima. Soprattutto a 72 ore dal primo atto di Champions.
bollino rosso
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Il problema è che diventa inutile aggiungere chili e centimetri se poi non c’è intensità. Il problema è che diventa inutile chiudere il primo tempo con oltre il 70 per cento di possesso palla se poi non si alzano mai i giri. Il problema è che diventa inutile piazzare Calabria in mediana e allargare Loftus-Cheek – due delle nuove mosse tattiche che fino a ieri avevano pagato – se la squadra è statica come su un campo di Subbuteo. Ma, in particolare, diventa tutto più complicato se la fase difensiva non regge. Problema emerso in modo piuttosto evidente lungo l’estate e purtroppo per Pioli ancora d’attualità. Nelle prime tre giornate dall’ombelico in su aveva funzionato praticamente tutto e il Milan aveva corso rischi molto relativi. Stavolta l’Inter è stata il solito monoblocco che il Diavolo pare incapace di erodere. Il saldo dei gol di questo orribile 2023 stracittadino dice dodici gol presi e uno fatto. Un dato che fa a pugni con l’ambizione rossonera di arrivare alla seconda stella prima dei cugini. E’ vero, Pioli si è visto privare di due difensori nel giro di pochi giorni. Due potenziali titolari: Tomori, che ha scontato una squalifica rimediata scioccamente a Roma; e Kalulu, che quest’anno tecnicamente ha perso il posto a beneficio di Thiaw, ma al centro della difesa è il primissimo dei cambi. Già, Thiaw. Malick merita – si fa per dire – qualche riga a parte perché è stata una serata da dimenticare su tutta la linea. Il nazionale tedesco resta il futuro luminoso della difesa rossonera, ma partite come questa sono da bollino rosso. Vietata la visione alle scuole calcio.
lucidità
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Il primo gol dell’Inter, in particolare, è il peccato più grave. Ovviamente perché indirizza la sfida verso i nerazzurri – erano passati solo cinque minuti – ma soprattutto per la dinamica. Malick per tenere a bada l’incursione di Thuram in fascia si posiziona correttamente tra pallone e avversario, mettendosi in una posizione di vantaggio. Ma commette l’errore di sopravvalutare la sua capacità di copertura fisica, con Thuram che a un certo punto gli toglie l’appoggio e sguscia via. Il 9 nerazzurro è in serata particolarmente esaltante, e Thiaw fatica a prendergli le misure: dopo 24 minuti è già ammonito per aver steso il francese che si stava lanciando verso Maignan. Malick compare in negativo anche sul secondo gol interista, ovvero il primo di Thuram, che gli sfugge sulla sinistra e trova poi un tiro da inserire nella bacheca delle prodezze. Finita qui? Eh, no. Thiaw ci mette lo zampino anche sul terzo gol nerazzurro, deviando quel tanto che basta per disinnescare Maignan il tiro di Mkhitaryan. Qui, va detto, è solo sfortuna, che in serate come questa ovviamente ci vede benissimo. E poca lucidità anche sul quinto gol, quello di Frattesi: l’azzurro non dipendeva dalla sua marcatura, ma la reattività sul filtrante verticale di Mkhitaryan diciamo che non è granché. Non solo Thiaw, comunque sul banco degli imputati. Kjaer, alla prima da titolare stagionale, è andato in grande difficoltà sia con Lautaro sia con Thuram: una differenza di passo a tratti imbarazzante, che Simon è riuscito a colmare in parte grazie all’esperienza. Hernandez ha completato la galleria degli orrori col rigore su Lautaro. Ce n’è per tutti, e non sono previste assoluzioni. Dopo un 5-1 in un derby, non è possibile concederle.