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Milan, perché il ritorno di Ibrahimovic è così importante (in campo e fuori)

Zlatan Ibrahimovic, 41 anni e 4 mesi, è stato operato il 25 maggio 2022 a Lione per la stabilizzazione del ginocchio, la ricostruzione del legamento crociato anteriore e la riparazione dei menischi. Da martedì 7 febbraio è tornato ad allenarsi con la squadra ed è disponibile per la partita con il Toro, in programma venerdì. Non ci sono dubbi: questa è la più bella notizia che il Milan potesse ricevere in un periodo così accidentato e scandito da un crollo verticale che i rossoneri sono chiamati ad arrestare. Indipendentemente dal fatto che Ibrahimovic non sia stato iscritto nella lista Uefa in vista degli ottavi di Champions contro il Tottenham (andata a San Siro il 14 febbraio; ritorno a Londra l’8 marzo), solo PIoli sa quanto Zlatan gli sia mancato, dal giorno dello scudetto in poi. Non soltanto per gli 8 gol pesanti che lo svedese aveva segnato nella stagione del diciannovesimo tricolore, ma anche e soprattutto, per la sua leadership, in campo e fuori dal campo, punto di riferimento assoluto dell’allenatore e dei giovani compagni.

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La straordinaria eccezione

Nel panorama calcistico mondiale, Zlatan costituisce una straordinaria eccezione di longevità sportiva ai massimi livelli: 31 titoli allineati in bacheca, 983 gare ufficiali, 572 gol in carriera distribuiti fra Malmoe, Ajax, Juve, Inter, Barcellona, MIlan, Psg, Manchester United, Los Angeles Galaxy, Milan e Nazionale (121 presenze, 62 reti, primo marcatore assoluto nella storia della Svezia). Se contro il Toro l’attaccante giocasse e segnasse, stabilirebbe un altro primato, strappandolo ad Alessandro Costacurta: diventerebbe il più anziano marcatore della Serie A. Il risvolto statistico è certamente suggestivo, ma ciò che conta per il Milan, per questo Milan, è che finalmente Ibra sia tornato. Per aiutare i Campioni d’Italia a suonare tutta un’altra musica.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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