A metà della stagione, il Napoli ha già 50 punti. Se il girone di ritorno sarà come l’andata, arriverà a un saldo finale a tre numeri, toccato solo dalla Juventus di Conte in tutta la storia del calcio italiano. Sono numeri grandi, impressionanti, come enrome è la sensazione di forza e superiorità espressa anche ieri a Salerno dalla squadra di Spalletti. Il Napoli ha una facilità di palleggio e di gioco che la rende ormai macchina quasi perfetta. Ai giri del motore si aggiungono via via le giocate di Elmas e Zielinski nel mezzo, la sostanza di Lobotka, finendo per trovare il vertice alto in Osimhen, ieri rapido a ribattere in rete in seguito al palo colpito proprio da Elmas. La prima firma era stata di Di Lorenzo, attualmente migliore interprete italiano nel ruolo, con giocate dirette e una spiccata capacità di trovare spazi, assist e invenzioni in ogni punto del campo. I laterali forti non nascono solo in Sud America. Il Napoli è alla quattordicesima vittoria nelle ultime 15 partite. Ha sbagliato solamente la sfida di San Siro contro l’Inter, ma chi ha pensato a una possibile crisi, sarà rimasto di certo deluso. Dal 4 gennaio sono giunte le vittorie contro Samp, Juventus e Salernitana. In totale, nel tris più recente, 9 reti segnate e appena una subita. Un carro armato, ma con carrozzeria di lusso.
Un solco difficile da colmare
Se il Milan non vincerà stasera all’Olimpico con la Lazio, il Napoli sarà da domani a oltre 10 punti di vantaggio sulla seconda. Un solco assai difficile da colmare tenuto conto della discontinuità delle milanesi e del macigno della Juventus. Quelli del Napoli sono numeri per l’appunto straordinari e abbastanza unici, che al contempo sottolineano l’eccellenza del lavoro svolto dal club. L’addio in estate di Koulibaly, Mertens, Fabian Ruiz e Lorenzo Insigne, capitano ed enfant du pay, sembrava un ridimensionamento delle ambizioni napoletane. Di inferiore, invece, c’è solo il costo del lavoro, sceso mentre il rendimento del Napoli cresceva. Con Kvara, Kim (ieri non al 100%, ma in campo sino in fondo) e le alternative offensive giovani che servivano alla causa – Raspadori e Giovanni Simeone – il Napoli è più forte di prima e ha pure risparmiato. È un messaggio potente che arriva a tutto il sistema italiano, indebitato e pieno di nuovi problemi.
L’artigianato in arte
Si può fare calcio, e che calcio, in maniera sostenibile, scegliendo ad esempio un allenatore come Spalletti, capace – da bravo toscano – di trasformare l’artigianato in arte. E con lui di Giuntoli, altro toscano doc, direttore sportive e architetto della creatura costruita a Castelvolturno. Il merito del presidente De Laurentiis è di avere scelto gli uomini giusti, a partire dall’uomo di azienda Chiavelli per arrivare allo scouting. Risultato: dopo 30 anni e più il Napoli e Napoli iniziano seriamente ad accarezzare il Grande Sogno, quello che solo qualche anno fa evaporò con Sarri. Oggi però il Napoli ha in più un’esperienza acquisita a certe altitudini e ricambi di primissimo valore, che permettono di guardare fiduciosi anche alla Champions. Un ultimo dato a completamento di tutto quanto detto sin qui. Ha 11 punti in più dello scorso anno, il primo di Spalletti, a sua volta già in aumento su Gattuso. Altri numeri eccezionali di una squadra oggi speciale, non disposta a lasciare punti a nessuno. Il Napoli va, il Napoli vale.