L’intervista che Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alla Bild, il più diffuso quotidiano tedesco è ricca di spunti molto interessanti. Il passaggio più rilevante e che, certamente, ha fatto piacere ai tifosi napoletani, ha riguardato Osimhen e tutti gli altri protagonisti della magica stagione partenopea (“Osimhen non è in vendita. I nostri giocatori sono molto richiesti, ma non devo vendere nessuno. Noi non abbiamo debiti”). Così come le considerazioni sul futuro della squadra di Spalletti in Champions sono state dettate da una grande fiducia, con tutto il rispetto per l’Eintracht, prossimo rivale, attualmente quinto nella classifica della combattutissima Bundesliga (Bayern 40, Union Berlino 39, Borussia Dortmund 37, Red Bull Lipsia 36, Eintracht 35). Ma, giocando a tutto campo, conversando con l’interlocutore tedesco, De Laurentiis ha illustrato le sue idee sul calcio che verrà.
Piccole telecamere in testa
«I responsabili delle decisioni, ed è questo il problema, provengono dalla vecchia generazione e non pensano ai giovani. I ragazzi, o le ragazze, non vogliono essere più tenuti davanti alla televisione per due ore. Sono abituati alla velocità sul loro smartphone o tablet. Sono favorevole all’abolizione dell’intervallo, a due minuti di pausa ogni 10 per consentire agli allenatori di intervenire. Ci devono essere più sostituzioni con cartellini gialli convertiti in penalità di 10 minuti, mentre per quelli rossi di 30. Sto pensando a piccole telecamere sulla testa, nelle scarpe o sulle ginocchia dei calciatori. Il calcio ha 150 anni e dobbiamo cambiarlo».
Diritti tv venduti direttamente ai tifosi
Altrettanto interessante la digressione sui diritti tv: «Abbiamo molto su cui ripensare. Non dobbiamo più venderli solo a due o tre grandi emittenti televisive. Si tratta di costruire un ponte tra club e tifosi. Dobbiamo essere in grado di vendere i nostri match direttamente ai nostri fan, su molte piattaforme diverse. Che sia via satellite, via digitale o su Internet tramite Netflix, Paramount, DAZN, Sky, Apple, Discovery, Disney+, eccetera. Tutti sarebbero fornitori dei nostri match. Fino a quando si arriverà a questa frontiera, dobbiamo lottare con tutte le nostre forze con la politica e contro la pirateria, che è come un cancro del nostro sport e di tutto lo spettacolo”.
“Premier assurda”
E sugli 830 milioni di euro spesi dalla Premier durante il solo mercato di gennaio, il presidente del Napoli è stato tagliente: “Tutto questo è assurdo e dimostra che i club inglesi non sono gestiti da proprietari che li possiedono, ma dagli agenti dei calciatori. I direttori sportivi sembrano essere soci degli agenti dei giocatori e gli allenatori si comportano come direttori sportivi. Spesso i proprietari del club non sono presenti affatto perché gli effettivi proprietari sono i fondi».