Gol, assist e un gioco da nove e mezzo che fa volare i rossoblù. Ecco come Motta lo ha trasformato in un’arma totale e come il Bayern potrebbe riprenderselo
Raffinatezza, direbbe qualcuno: nei gol, negli assist, nell’essere calcisticamente differente. Da baby Joshua Zirkzee studiava, rapito, Ronaldinho ma anche Ibrahimovic. Da grandicello – quindi una stagione fa – dialogava e recitava (poco) dietro a Marko Arnautovic, centravanti anche atipico. Come lui. Zirkzee è un “nove e mezzo”: però la porta la vede, la cerca, la vuole; dipende dai casi, detto che Thiago Motta – capendone le qualità – lo ha plasmato anche da giochista, della serie “guarda anche gli altri”, dialoga.