L’eredità del Presidente va oltre i grandi colpi di mercato e il bel gioco. Le sue scelte societarie sono da prendere a modello anche in tempi di crisi
Silvio Berlusconi e il calcio: si è detto e scritto tanto, raccontando una storia di successi straordinari e grandi acquisti. Come se “solo” questo rappresentasse la sua eredità sportiva. Già, perché è facile, quasi scontato, puntellare una storia – probabilmente inimitabile – con una serie infinita di colpi sul mercato. Dall’ingaggio di campioni (in campo e fuori) come Donadoni ed Ancelotti; a una serie di messaggi chiari alla concorrenza: da Gullit a Van Basten, da Sheva a Weah, da Ronaldinho a Kakà, e potremmo andare avanti all’infinito. Con il rischio, anzi la certezza, di non riuscire a completare l’album delle figurine rossonere. Una sfilata di fuoriclasse, che fa impressione ancora oggi.