La società colpita nelle tasche, tra multa e mancati introiti. Ma può rilanciarsi in campionato. Primi test interessanti
Punto e a capo, la Juventus può voltare pagina grazie a un discreto “patteggiamento” con l’Uefa. La Juve ha barattato l’uscita dal bunker della Superlega con la squalifica per un anno dalle coppe europee e con 10 milioni di multa più altri 10 di “condizionale”. È un’interpretazione un po’ dietrologica, ma realistica, della sentenza Uefa di ieri sera. Sul banco degli imputati del tribunale calcistico europeo sedeva la nuova Juve, senza più Andrea Agnelli né i manager e i dirigenti a lui collegati, da Arrivabene a Nedved. Formalmente la Juve doveva rispondere della condanna da parte della giustizia sportiva italiana nel caso plusvalenze, della violazione del fairplay finanziario e di altre infrazioni. Sul processo aleggiava però l’adesione di Andrea Agnelli al piano Superlega, il fallito tentativo di golpe ai vertici del calcio europeo. Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, chiedeva alla Juve di abbandonare la Superlega in via definitiva, senza tentennamenti. E la nuova Juve, con Gianluca Ferrero presidente e Maurizio Scanavino amministratore delegato, lo ha fatto, il 13 luglio ha annunciato con un comunicato “di aver iniziato la procedura di uscita dal progetto”.