4 marzo 1979, Roma-Catanzaro 1-3 con la tripletta di Palanca è una pagina di storia del nostro calcio: “Mazzone da romano vinse coi giallorossi e si prese gli applausi. Chi somigliava a me? Pepito Rossi”
Al Militare di Catanzaro, quando negli anni 70 e 80 Massimo Palanca, si avvicinava alla bandierina del calcio d’angolo, Cenerentola da qualche parte annuiva. Palanca guardava il pallone, tra infiniti silenzi e profondissima quiete cercava la concentrazione e infine calciava con il suo piedino di fata, un numero 37 da ballerina più che da ala sinistra col baffo da merlo maschio. Sfidando le leggi della gravità e della logica – ma che vuole fare gol da là? – inventando una geometria sghemba e irresistibile, Palanca sapeva cogliere un’opportunità in ogni refolo, una possibilità in ogni spiffero. Il vento gli era amico. I gol su calcio d’angolo divennero la sua specialità.