Fragilità fisica, liti familiari, un secondo padre (Mino Raiola) che non c’è più. La positività al testosterone, probabile, triste epilogo della sua carriera, era stata preceduta da tanti segnali negativi: la star con il sorriso è solo un ricordo
Sabato 7 ottobre, giorno di derby, giorno di sogni, tormentoni ed emozioni. Torino è piena di maglie granata e bianconere che si mescolano nel festival della rivalità e dei colori. In piazza San Carlo un ragazzo con la 10 della Juventus addosso a un certo punto viene attratto da una jeep nera: dentro c’è Paul Pogba, occhiali trasparenti (non sappiamo se per necessità o per moda) e sguardo perso nel vuoto. Il ragazzo gli chiede timidamente un selfie, quasi si vergogna, lui fa cenno di avvicinarsi. Si mette in posa senza dire una parola, disponibile e impassibile. Il tempo della foto, poi il suo autista-accompagnatore lo porta via. Nel frattempo intorno alla jeep si è radunata una piccola folla. Qualcuno gli urla: “Dai Paul, tieni duro, non mollare”. Dentro quella macchina c’è l’immagine sbiadita di un campione, il volto della rassegnazione e di un anno e mezzo da dimenticare.