Sospeso dalla Juventus, chiuso insieme con la moglie Zulay e i tre figli nella villa sulla collina torinese, accessibile soltanto a pochi fidati amici, come Patrice Evra che martedì sera è andato a trovarlo dopo i festeggiamenti bianconeri, Paul Pogba è in attesa della notifica in cui la procura Antidoping gli comunica di aver avviato l’azione disciplinare. Il numero 10 bianconero sta definendo insieme con il pool di legali la linea difensiva puntando a dimostrare la “non intenzionalità” nell’assunzione dell’integratore che conteneva sostanze dopanti onde evitare una pesante squalifica (il massimo è 4 anni) che, a 30 anni, metterebbe a rischio la sua carriera.
Le tempistiche
Entro domani gli avvocati del centrocampista francese devono inviare le memorie difensive: il Polpo può chiedere di essere interrogato a meno che non sia la stessa Procura a volerlo ascoltare in tempi strettissimi. Dal momento del deferimento Pogba ha 20 giorni di tempo per ammettere la violazione e accettare le sanzioni proposte o meno. Se ammette la colpa, rinuncia al processo e dimostra la non intenzionalità potrebbe patteggiare con una riduzione considerevole della sanzione (due anni o più). Senza ammissione Pogba andrà davanti al Tribunale Nazionale Antidoping, che – scaduti i 20 giorni a disposizione del giocatore – fisserà l’udienza entro 40 giorni.