MONZA – I primi ricordi di bambino amante del pallone sono del 2007, quando aveva sei anni e si appassionò al Milan grazie alla cavalcate di Kakà. Poi è cresciuto, a 17 anni è stato acquistato dalla Juventus e dopo le giovanili in bianconero, compresa la Juve Next Gen, il prestito al Vicenza e quindi quello attuale nel Monza guidato da chi, nel 2007, aveva costruito il Milan che vinse Champions e Mondiale per club. Domani Filippo Ranocchia sarà fra i protagonisti del Monza di Berlusconi e Galliani che affronterà a Torino la Juventus negli ottavi di Coppa Italia.
Milan, Monza e Juventus, per lei è il triangolo perfetto…
«La gara di domani ha un significato particolare per me, così come per tutto il Monza. Sarà importante cercare di fare bene contro un avversario forte, difficile da superare. Il nostro obiettivo però è andare a Torino a giocarcela e perché no, provare a passare il turno».
Avete cominciato il 2023 molto bene (pari con Fiorentina e Inter, vittoria con la Cremonese): questo momento è figlio della preparazione invernale?
«Il mese di sosta ci ha fatto bene, abbiamo lavorato tanto e abbiamo trovato una condizione fisica ottimale. I risultati poi ci stanno aiutando a migliorare ancora di più l’autostima, arriveremo a Torino molto carichi».
Credo che troverete anche una Juventus carica…
«Penso arrabbiata più che altro, molto arrabbiata e con grande voglia di riscattarsi. La Juve avrà voglia di passare il turno perché la Coppa Italia è da sempre un suo obiettivo».
Che spiegazione dà alle difficoltà che ha incontrato finora il club bianconero?
«Da fuori è molto difficile dare una spiegazione. Però se togliamo la sconfitta col Napoli, la Juventus veniva da otto vittorie consecutive. Magari questi ultimi non saranno giorni facili, ma la Juve stava senza dubbio vivendo il suo periodo migliore negli ultimi mesi».
Cosa deve fare il Monza per provare a qualificarsi?
«Dovremo puntare sul gioco, sfruttando le nostre caratteristiche e limitando le qualità della Juventus».
Qual è l’avversario che teme di più?
«Non so se giocherà, ma di certo Di Maria. Può fare la differenza da solo con una giocata. Nei dieci giorni di preparazione che ho fatto con la Juventus a luglio mi ha davvero impressionato. E mi preoccupa anche Chiesa».
Vedere lo spazio che stanno trovando Fagioli e Miretti, suoi ex compagni nella Juve Next Gen, le dà stimoli particolari pensando al futuro?
«Sicuramente il fatto che stiano giocando fa piacere, significa che si sta puntando di più sui giovani rispetto al passato. La Juve è stata molto importante per me e se sono qui al Monza in Serie A è anche grazie a lei. Magari un giorno potrei tornare, anche se credo che in questo momento per me sia importante giocare con continuità e fare esperienza. Un domani chissà…».
La Juve è l’unica squadra ad avere una seconda squadra che milita in Serie C.
«Per me, così come per altri ragazzi, l’esperienza nella Netx Gen è stata fondamentale, un percorso costruttivo perché spesso il passaggio dalla Primavera a una prima squadra è molto complicato».
In vista di domani sera ha già inviato dei messaggi a qualche ex compagno?
«No e penso che scherzerò con qualcuno direttamente allo stadio. Comunque con Fagioli e Miretti ogni tanto ci sentiamo, poi siamo anche compagni nella nazionale Under 21».
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