Nel calcio europeo non si compete solo per le coppe. Senza che la cosa susciti particolare interesse, è in corso una battaglia geopolitica per il controllo del pallone nel Vecchio Continente. Da una parte i Paesi della penisola araba, dall’altra gli americani e, ovviamente, si combatte con i soldi. Un mucchio di soldi, che serve a controllare una leva di cruciale importanza sotto il profilo politico, economico e sociale: il calcio. Attraverso il pallone, nazioni come il Qatar e l’Arabia Saudita, in parte gli Emirati, cercano il cosiddetto sportwashing, ovvero l’utilizzo del calcio per ricostruirsi un’immagine internazionale incrinata sul fronte dei diritti umani, ma soprattutto puntano a ottenere relazioni politiche e mettere le mani su importanti attività immobiliari, in estrema sintesi mirano ad acquisire un peso specifico sempre più rilevante in Europa. Peso che la finanza americana, evidentemente, non ha piacere di lasciare ai Paesi della penisola araba ed è così che molti fondi statunitensi sono entrati o stanno entrando in modo pesante nel calcio europeo.
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Rivoluzione Superlega: la lotta tra Usa, Qatar e Arabia cambia il calcio
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