Il sogno di vincere la seconda coppa consecutiva e il rischio di restare con nulla in mano. L’Europa League spartiacque
O tutto o niente. Quasi come una partita di texas holdem, pronti a fare all-in sulla finale di Budapest. Già, perché in un momento di euforia totale (e meritata) in casa giallorossa, il grande paradosso è proprio questo. Vincendo l’Europa League la Roma sarebbe in paradiso, perdendo la finale del 31 maggio rischierebbe invece di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. O tutto o niente, appunto, considerando anche che un eventuale successo a Budapest permetterebbe alla Roma di centrare il suo traguardo stagionale e cioè il ritorno in Champions League. A detta di José Mourinho traguardo più del club che suo (“Non mi piace vendere fumo”, le sue parole di lunedì sera, subito dopo la sfida con la Salernitana), anche se poi uno ambizioso come l’allenatore portoghese non parte certo per arrivare sesto o settimo in campionato. Ed è anche giusto così, considerando anche la sua bacheca e il suo spessore.