Domani il lunch match vedrà in scena un incontro fondamentale per la corsa alla salvezza. Al Picco si troveranno di fronte Spezia e Hellas Verona. I gialloblu sono reduci dal pesante 3-0 rimediato in casa contro la Fiorentina, tra cui anche il gol da centrocampo segnato da Biraghi. Dell’importanza della sfida con i bianconeri, dei singoli ma anche del ko contro la Viola ha parlato l’allenatore dell’Hellas Verona, Marco Zaffaroni.
Spezia-Verona, le parole di Zaffaroni
Queste le parole del tecnico gialloblu: “È una gara importante, inutile negarlo, ma ripeto che parlare di sfide decisive quando poi mancheranno ancora 13 partite non penso sia il termine adatto. Non nego però l’importanza di questa gara, questo è fuori discussione. Sarà una sfida da affrontare nella maniera giusta. Sicuramente la parola che ripeto spesso è ‘equilibrio’: le letture saranno fondamentali. Dentro ad ogni partita ci sono momenti diversi, quindi dovemo saperli gestire nella maniera giusta. La lucidità mentale, in gare del genere, diventa un aspetto decisivo. Non è facile mettere in pratica questi concetti, ma dovremo diventare bravi a farlo: questo deve essere sintomo di maturità. Duda e Ngonge hanno giocato da subito e quasi sempre, penso sia logico che dopo un buon exploit come il loro possa esserci un momento di assestamento. Hanno la possibilità di crescere molto da un punto di vista fisico e tattico, ma secondo me stanno facendo bene. Faraoni? Sicuramente la continuità in questi casi è importante. Ha giocato lunedì e ha avuto la possibilità di mettere minuti nelle gambe. È un giocatore importante per noi, ha grande esperienza ed è bene che sia rientrato e abbia riacquisito certi meccanismi. Puntiamo molto su di lui. Il gol preso da Biraghi? Mi ricollego alla prima risposta, sono letture, sono momenti della partita. Biraghi è stato astuto, ma noi siamo stati un po’ leggeri. Sapevamo che la Fiorentina ha questa abitudine di riprendere il gioco in maniera veloce. È vero che eravamo negli ultimi minuti di gara, ma come dicevo bisogna saper stare dentro la partita fino all’ultimo. In quel caso, dovevamo stare davanti alla palla, non far calciare l’avversario. Chiamiamola rabbia, cattiveria agonistica, malizia, che in gare del genere devono essere alla base e, più andremo avanti con le partite, più questo sarà il tema, dal primo al novantacinquesimo minuto. Anche se siamo sotto due a zero a pochi minuti dalla fine: il calcio insegna che può sempre succedere di tutto in ogni partita“.