È il 1992, chi spara lo fa con estrema freddezza. Conosce le abitudini del professore, lo aspetta e lo uccide a bruciapelo, senza esitazione. Un caso mai risolto
Milano, 18 febbraio 1992, un martedì. Angolo tra via Muratori e via Friuli, lungo un reticolo di strade che in quella Milano dei primi anni 90 conduce da Porta Romana alle campagne di Boffalora, Castagnedo e Monserchio. Un quartiere tranquillo, abitato da gente perbene. Sono da poco passate le sette di mattina, fa freddo, pochi i milanesi già per strada. Come tutte le mattine il professor Roberto Klinger – con un pesante cappotto di pelliccia e un colbacco un po’ fuori moda – esce dalla sua abitazione al 29 di via Muratori e porta a passeggio il cane. Il professore è un abitudinario, per fare il giro dell’isolato e rientrare a casa ci impiega quindici minuti, non uno di più, non uno di meno.