Fu, senza dubbio, il trasferimento dell’anno. Anzi, del decennio visto che gli Anni 90 erano appena iniziati e che la Juventus versò alla Sampdoria la cifra record di 40 miliardi di lire per portare Gianluca Vialli a Torino. I soldi, certo, ma a far rumore furono l’impatto mediatico e le implicazioni che quella trattativa si portò appresso: la delusione della tifoseria blucerchiata, l’orgoglio di quella bianconera e, in prospettiva, il salto di qualità professionale e caratteriale che avrebbe compiuto lo stesso Vialli. A Torino sognavano, a Genova, sponda blucerchiata, vivevano un vero e proprio psicodramma sportivo di fronte alla perdita di uno dei loro idoli. In città ci furono fiaccolate, proteste (pacifiche, va ricordato) l’11 maggio prima e durante la partita di campionato contro la Fiorentina.
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La contestazione
Una domenica che Tuttosport raccontò nel dettaglio, a cominciare dalla marcia fin sotto la casa (una villa definita “la reggia del capitano”) con un partecipante d’eccezione: capitan Mancini, il gemello blucerchiato: «Oltre seimila tifosi blucerchiati, ai quali si è aggiunto anche capitan Mancini, per quasi due ore hanno bloccato pacificamente il traffico in via Murcarolo a Quinto. Slogan, cori, canti, con decine di ragazzi aggrappati alla cancellata, mentre altri si preoccupavano di spiegare ad automobilisti e passanti il motivo della manifestazione. Per riportare la situazione alla normalità è dovuta intervenire la polizia. Non ci sono stati incidenti. I tifosi hanno poi organizzato una fiaccolata che si è conclusa a Sant’Ilario davanti alla villa del presidente Mantovani».