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“Erlic erede ideale di Buongiorno al Torino: vi racconto chi è”

Si immaginava all’epoca un percorso del genere per Erlic?

«Martin mi è sempre piaciuto, tanto che dalla prima partita ufficiale di Coppa Italia lo misi titolare allo Spezia. Purtroppo quell’anno ebbe poi un problema al ginocchio che lo frenò e limitò parecchio. Ma ero certo potesse venire fuori alla grande e fare un certo tipo di percorso. Ancora più di me credeva tantissimo in Erlic un’altra persona…».

Di chi si tratta?

«Mi riferisco al direttore Guido Angelozzi, che mi diceva sempre come il croato fosse destinato a grandi palcoscenici. Ci aveva visto lungo…».

Quali sono i punti di forza di Erlic?

«È dotato sicuramente di una grande fisicità che gli permette di svettare ed essere micidiale nel gioco aereo. Inoltre, nonostante le lunghe leve, è abbastanza rapido e soprattutto è molto bravo nella lettura dell’azione. È un centrale completo».

Tatticamente lo vede meglio in una difesa a 4 o in una retroguardia a 3?

«Credo sia indifferente; perché Erlic è dotato di una buona intelligenza tecnico-tattica. Negli ultimi anni a Sassuolo ha quasi sempre giocato a quattro, ma per me può rendere bene tranquillamente anche in una linea a tre».

Da centrale o come braccetto?

«Lo vedo più come centrale nei tre dietro come erede di Buongiorno. Sarà all’altezza di quel compito. Ha tutte le doti per fungere da perno difensivo. All’occorrenza comunque può fare pure il braccetto di destra; perché ha una buona dinamicità che lo porta sempre a chiudere l’azione».

Nello spogliatoio invece com’era il giovane Erlic?

«Lo ricordo come un professionista serio animato dalla voglia di crescere e migliorarsi. Aveva appena 20 anni, eppure mostrava già una certa maturità. Sicuramente superiore a quella di tanti suoi coetanei. Mostrava fame e voglia di arrivare in alto. Il Martin, che ho conosciuto io, era un ragazzo con una grande cultura del lavoro».

Cosa manca al Toro per tornare finalmente in Europa?

«Leggo e sento che cercano un esterno mancino, sicuramente riportare uno come Gosens in Serie A sarebbe un colpo da Europa League. Il tedesco per caratteristiche è il quinto perfetto a sinistra. Lui e Bellanova sarebbero due belle frecce per Vanoli, ideali per quel tipo di calcio che praticano le squadre di Paolo».

A proposito come vede l’ex Venezia sulla panchina granata?

«Vanoli ha tantissime idee innovative. L’ho seguito da vicino negli ultimi due anni e mi ha colpito in particolare per il fatto che non si fossilizza su un sistema di gioco, ma sa variare spesso e volentieri in corso d’opera all’interno della stessa gara. Una duttilità che gli ha permesso di ribaltare diverse gare, mettendo in difficoltà gli avversari».

Riuscirà a imporsi anche al Toro?

«A Venezia ha dato un’identità ben delineata alla propria squadra, facendo un ottimo lavoro. Ora sono davvero curioso di vederlo al Toro, ma penso possa far bene anche lì».


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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