FORMELLO (Roma) – “Ricordo bellissimo di una persona straordinaria, di un allenatore veramente speciale. Ero un ragazzo giovane, è sempre stato attento alla crescita dei giovani, una bellissima persona. Inutile spendere parole sulla grandezza dell’allenatore, è una mancanza enorme per tutto il movimento calcistico“. Inizia con il ricordo di Sven Goran Eriksson la conferenza stampa del tecnico della Lazio Marco Baroni, alla vigilia del match di campionato contro il Milan: “Domani abbiamo una partita difficile, incontriamo un avversario che a prescindere dal punto in classifica ha fatto due partite buone. È la squadra che ha tirato più in porta e a detta dell’allenatore deve vincere il campionato, sarà una partita difficile e servirà una gara di altissimo spessore. Ho visto la partita dello scorso anno. Io non credo tanto ai trascorsi, l’importante è la nostra motivazione. Servirà una partita perfetta nell’atteggiamento e nella compattezza, lo richiede l’avversario. La squadra sa di dover centrare questi aspetti. Gli equilibri sono la cosa più importante, non parlo solo della difesa. Dobbiamo rischiare qualcosina in questo momento, abbiamo segnato quattro gol e preso tre pali, siamo la squadra che ha fatto più cross e battuto più angoli di tutti. Sto cercando una produzione offensiva importante perché la squadra lo scorso anno è stata quindicesima per tiri in porta, dobbiamo migliorare questo aspetto. Ci serve concretezza e allo stesso tempo trovare equilibri di squadra, che non significa avere un centrocampista in più ma distanze giuste e su questo stiamo lavorando. Sto vivendo emozioni bellissime, le tengo dentro perché mi accendono il fuoco. Lo stadio sarà stupendo, dobbiamo tenere accese queste emozioni e portarle in campo“.
Sul ko con l’Udinese e il sorteggio di Europa League
“Le sconfitte non sono mai salutari, devono far male e a me quella di Udine fa ancora male. Il dolore ti allontana da queste situazioni, dispiace perché la sconfitta sta nell’atteggiamento. In tre tempi su quattro giocati abbiamo subito gol dopo cinque minuti, ci deve far riflettere. Noi dobbiamo partire sparati, è difficile recuperare in campionato. Questo atteggiamento lo abbiamo evidenziato insieme alla squadra. Sui nuovi acquisti Nuno sta molto meglio, non gioca da febbraio scorso ma questo non vuol dire nulla. Quando parlo di rischi me ne devo assumere e deve fare condizione giocando. Vediamo però sta bene, stessa cosa per Castrovilli. I ragazzi stanno crescendo, ci sono i presupposti adesso per inserirli e per fare non tutti i 90 minuti, ma si potrebbe partire o entrare a gara in corso. Il sorteggio di Europa League? È chiaro che da allenatore la penso come Sarri e sarebbe meglio allenare la squadra tutta la settimana, ma il calcio corre verso più partite perché crea intorno al movimento quella spendibilità per i diritti tv. Col cavallo lanciato non si può tirare la briglia, bisogna saltarci su. Abbiamo due olandesi, due francesi, una spagnola ma mi piace vedere le opportunità, è una competizione bellissima dove dovremo fare prestazioni di livello. Basta vedere la partita di ieri della Fiorentina, non ci sono partite facili a livello internazionale. Non si può scegliere, con queste competizioni non si fanno scelte, si gioca. Dobbiamo essere pronti, poi bisognerà vedere come arriveremo a ogni partita, ma questo non vuol dire non dare valore alla competizione. Sono partite che danno spessore a tutta la squadra. Non è stata la produzione offensiva il problema a Udine, a livello di passaggi riusciti siamo tra i primi della classifica. È l’atteggiamento la chiave, c’è stato anche in altre situazioni e in questo momento non dobbiamo e non possiamo partire piano. Questa squadra deve andare forte, a cominciare dall’atteggiamento mentale. Abbiamo preso due gol da falli laterali, c’è del lavoro da metter dentro. Io sono il responsabile e su queste situazioni deve cambiare atteggiamento. La rosa a disposizione può affrontare la doppia competizione? Dobbiamo farlo, è diverso. Il problema numerico lo vedremo, ci saranno tante situazioni e lavoreremo settimana dopo settimana“, aggiunge Baroni.
Su Gigot, Dia, Castellanos, Tchaouna e Rovella
“Gigot? Vi chiedo cortesemente di non parlare di mercato. A chiusura di mercato vi darò tutte le risposte che meritate, voglio però concentrarmi solo sulla partita che è molto importante. Dia e Castellanos insieme? Per caratteristiche preferisco fare un passo avanti piuttosto che uno indietro, domani servirà una partita di produzione e servirà avere il pallone. È un’opzione, poi chiaramente ci vogliono equilibri e per far questo servirà il sacrificio di tutti. Taty è un centravanti, è un giocatore che gioca con una ferocia enorme e mi ha sorprendentemente stupito. Sapevo fosse un giocatore forte, ma ha avuto un atteggiamento importante. Ha mobilità e questo mi piace, stessa cosa Dia. Sa venirsi a prendere il pallone anche lui però dovrà dare una mano. Servirà un aiuto in una fase, nell’altra non ho preoccupazioni. Il Milan è una squadra ferita, servirà grande attenzione e molto passerà dalla nostra prestazione. So che prestazione faranno, tutti conosciamo il valore della loro rosa. Tchaouna? È un ragazzo che sta lavorando e sta crescendo, può giocare su entrambe le fasce, forse meglio a destra che a sinistra. Sicuramente scenderà in campo, vedremo come. Rovella? È un giocatore per me importante e fondamentale. Ha fatto molto bene con il Venezia a prescindere dall’episodio del gol, ma per me non conta perché nella prestazione non guardo mai il singolo errore. È un giocatore che stimo e che so quanto potrà dare. La scelta di Vecino è stata tecnica per alcune situazioni anche legate alla fisicità dell’Udinese, che è l’arma che hanno come le palle inattive e bisogna valutare anche queste piccole cose“, afferma ancora Baroni.
Sulla Lazio
“Quali segnali positivi si porta dopo la sconfitta di Udine? Ci sono tanti aspetti positivi che arrivano da quella partita, specialmente dalla produzione sugli esterni. Quest’anno ci sono tante squadre che giocheranno 3-4-2-1 e ci servirà tanta produzione esterna, la squadra ha fatto tanti cross e servirà più cattiveria in area di rigore. Ci sono stati segnali positivi, ma anche alcune cose specialmente nell’equilibrio su cui dobbiamo lavorare. Abbiamo giocato con due squadre che si schieravano con la difesa bassissima e abbiamo gestito bene alcune transizioni, ma siamo mancate in alcune cose su cui non possiamo sbagliare. Prendere due gol a inizio tempo come fatto a Udine ti mette in grande difficoltà, la squadra ha creato molto e trovando il gol prima sarebbe venuto fuori un altro risultato. Domani servirà la partita perfetta, la squadra può farla. Sarà una Lazio che correrà meno ma meglio? La squadra da questo punto di vista può cercare più compattezza. La densità non è difensiva, ma l’aggressività è fondamentale e ci stiamo lavorando. A tratti abbiamo fatto cose buone, servirà una partita con pochissimi errori e produttiva. Per subire meno gol a inizio tempo è una questione di atteggiamento, ci sono dei momenti della partita in cui non si può staccare la testa. Se la palla è fuori dal campo non si può staccare la spina, c’è grande consapevolezza. Perché non ho chiesto tempo? È la realtà, io sono un uomo che vorrebbe avere 20 anni ma non li ho. Ho esperienza e tante partite giocate e altrettante in panchina. Tempo di che cosa? Si gioca ogni settimana, non esiste il tempo. Quando c’è lavoro, partecipazione e attenzione a che serve tempo? Poi conosco perfettamente le difficoltà, ma dico che si possono ridurre i tempi quando c’è grande partecipazione e attenzione“, conclude Baroni.
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