Al tempo stesso, pur essendo come detto uno dei giocatori in uscita, la sua sostituzione con un altro attaccante non è mai stata una priorità della Juve, impegnata a ribaltare la formazione tipo, a cercare più alternative valide in ruoli scoperti (gli esterni d’attacco) e a portare a termine complicate cessioni di giocatori fuori dal progetto. Un progetto in cui Milik era sicuramente ai margini, in uscita come si è detto, ma non escluso a priori. Così, con operazioni molto più importanti – per i conti e per il campo – da chiudere sia in entrata che in uscita, quella di cambiare vice Vlahovic è stata accantonata, visto che un vice Vlahovic c’era e, al netto di un’annata sottotono, si trattava comunque di un giocatore di livello.
A quel livello, però, Milik ora deve tornare. Recuperando dall’infortunio in primis, convincendo Motta sia in allenamento che in partita in secundis. Altrimenti quell’operazione accantonata nelle scorse settimane potrebbe rivelarsi soltanto rimandata al mercato di gennaio, quando la Juve verosimilmente non avrà esigenze immediate. E quando Motta, dopo aver sperimentato le soluzioni interne – da Nico Gonzalez a Yildiz fino a Weah – potrebbe anche avere scoperto di non avere bisogno di sostituire Milik con un altro centravanti.
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