I nerazzurri sono certi di avere in mano il 2000 più desiderato d’Italia, ma Paratici non molla e tampina Cellino, magari per una proposta più alta oppure per un gioco al rialzo
Sandro Tonali, gennaio 2020: la Juve che ci prova in ogni modo, vorrebbe anticipare l’accordo e lasciarlo al Brescia, Cellino resiste e dice no. Paratici si rassegna e impegna quei giorni per risolvere velocemente la pratica Kulusevski con le stesse modalità. Sandro Tonali, giugno 2020: l’Inter prende il numero di targa, lo memorizza bene, si muove con Cellino senza fissare appuntamenti, trova l’accordo di massima con l’entusiasta golden boy. La regia è affidata a Beppe Bozzo, l’agente attento a ogni dettaglio. Sandro Tonali, siamo quasi a Ferragosto: l’Inter ha deciso di andare fino in fondo all’Europa League, magari di vincerla, poi si presenterà da Cellino con il cash necessario. Non più 45 o 50 milioni, piuttosto 35 e non 40: operazione alla Barella, il timbro di Antonio Conte e la giusta prudenza che serve sempre fino alla firma. Già, semplicemente perché alcune cose sono cambiate, per esempio l’avvento di Pirlo sulla panchina della Juve. E se a Pirlo dicessero oggi, “scusa Andrea, ma chi vorresti per il nuovo centrocampo?”, siamo convinti che non farebbe in tempo a pronunciare il nome (Sandro) perché poi il cognome scatterebbe in automatico. LEGGI TUTTO