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“Zapata al centro di tutto. Adams? Può essere il nuovo Lookman”

Simone Tiribocchi, oltre a conoscere bene il mondo Toro, sapeva benissimo come si faceva gol. In Serie A ha messo a segno 39 reti in 148 partite, in B 83 in 258 gare. Ha conosciuto Antonio Conte ai tempi dell’Atalanta e adesso osserva con curiosità i granata del discepolo Paolo Vanoli. Tanta la curiosità del “Tir” sul parco attaccanti a disposizione dell’erede di Juric: Zapata, Sanabria, Pellegri, Karamoh e anche l’ultimo arrivato Adams. Tiribocchi, in vista di Toro-Cosenza in programma domenica sera, analizza il momento in casa Toro.

Tiribocchi, in attacco Zapata è la certezza: chi vede come partner ideale del colombiano fra Sanabria e Adams?

«Intanto sono curioso di vedere come giocherà Vanoli, che impronta darà alla squadra: passa tutto dalle idee del nuovo allenatore, che a Venezia ha fatto un lavoro eccezionale con Pohjanpalo. Bisogna dare continuità alle due punte: Juric ci ha provato con fortune alterne, ma con Vanoli le cose possono cambiare in meglio. Zapata capitano è un segnale forte al campionato: tutti ruoteranno in attacco, ma non lui, che ha la stoffa per prendersi sulle spalle l’intero fronte offensivo. Parliamo di un giocatore che in Serie A farà la differenza ancora per un po’, nonostante l’età che avanza. A me piace molto Sanabria, ma attenzione anche a Karamoh: è un tipo di giocatore duttile, che può adattarsi anche in più posizioni. Non è detto che il Toro lo lasci andare».

Vanoli vuole due punte che giochino vicine: queste le indicazioni provenienti dalle amichevoli disputate finora dal Toro. Cambia così tanto rispetto all’impostazione data da Juric?

«Sì, totalmente. Vanoli arriva dalla scuola di Conte, che pretende due attaccanti sempre molto vicini. Alle difese danno fastidio due riferimenti che si muovono in continuazione. Il gioco del Toro può beneficiarne, ma bisognerà dare tempo al nuovo mister: non è immediato cambiare filosofia di gioco da un anno all’altro. Ci vorrà un po’ di pazienza, anche da parte dei giocatori».

E Adams? Che idea si è fatto di questo ragazzo?

«Per prima cosa deve conoscere i compagni, la lingua, ma soprattutto il modo in cui marcano gli avversari. In Italia è tutto diverso rispetto al campionato inglese, per cui la fase di adattamento dovrà essere rapida. Chi ha qualità, però, ci mette poco a lasciare il segno: basti pensare al percorso di Lookman all’Atalanta. Segna di più in Italia che in Premier League: bravo Gasperini, ma i meriti maggiori vanno dati al giocatore per aver capito subito la Serie A».

Anche Vlasic è atteso da un salto di qualità. Radonjic si è incartato con la numero 10, che ora passa al croato. Sensazioni?

«Parliamo di un giocatore di grande qualità, che però arriva da due anni di luci e ombre. Non basta la maglia numero 10 a farti svoltare, ma sicuramente dovrà essere lui la chiave del gioco del Toro. Ha tutto per essere una grande mezzala offensiva e sono sicuro che con Vanoli possa esplodere. Deve scrollarsi di dosso l’etichetta di giocatore poco continuo: è scomoda e lascia il segno, per cui tutti si aspettano una grande stagione da parte del croato. Dopo l’infortunio lo vedremo all’opera».

Infine, il capitolo mercato. Gosens è davvero l’innesto giusto per la corsia di sinistra?

«Il Toro con lui farebbe un grande salto di qualità per quanto riguarda il versante mancino. Gosens ha spessore internazionale e anche negli allenamenti alzerebbe il livello di competitività di tutta la squadra. Ha giocato le Coppe, è esperto e conosce tutti i segreti del calcio italiano. Sarebbe un rinforzo eccellente, perché permetterebbe anche a tutto l’ambiente di ragionare in maniera più ambiziosa. E il Toro ne avrebbe bisogno come il pane».


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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