«Tantissimo, sotto ogni punto di vista, tutte le categorie mi hanno lasciato una lezione. Ringrazio ancora il presidente Colombo che ha avuto all’inizio fiducia in me. Certo, poi Galliani e Berlusconi sono stati importanti perché sono i dirigenti che hanno vinto di più nel calcio e da loro c’era solo da imparare. Ma anche Colombo, che comunque è figlio di un ex presidente del Milan, mi ha insegnato molto».
Era più forte il Monza che salì in A nel 2022 o il Venezia di Vanoli 2023/24?
«Bella domanda! Ma non posso dare una risposta perché noi non siamo ancora saliti. Diciamo che quel Monza era una squadra fortissima con una rosa stratosferica in ogni reparto e mi fa piacere che molti di quei giocatori stanno avendo successo anche in A, s’era seminato bene. Ma anche questo Venezia è forte e ha un allenatore fortissimo come Vanoli. Ma non abbiamo ancora completato l’opera».
Però siete considerati i favoriti nella volata per il 2° posto, l’ultimo buon che porta in A direttamente…
«E’ una cosa a cui non dobbiamo pensare. Ci sono tante squadra attrezzate che hanno speso molto e hanno organici competitivi. Quel che dicono gli altri sul Venezia, noi non dobbiamo neanche ascoltarlo».
Temete di più la Cremonese o il Como?
«Le temo e le rispetto alla stessa maniera. Hanno entrambe proprietà forti, come la nostra. Penso che in classifica resteranno vicino a noi fino alla fine. Perché il Como ha diverse frecce al suo arco mentre la Cremonese ha un organico con molti ricambi di livello».
Si è discusso molto della vostra cessione a gennaio di Johnsen alla Cremonese. Un polverone, ma il Venezia non ne ha risentito e resta davanti ai grogiorossi.
«Non tocca a me giudicare, vedrà la Cremonese come si troverà con lui. Ma comunque ormai è il passato, inutile tornarci su».
Quanti no avete già detto per Pohjanpalo?
«Tanti, specialmente all’inizio era molto richiesto, anche perché c’era una clausola sul suo contratto che un po’ ci “ricattava”. Col rinnovo abbiamo sistemato tutto, anche perché lui è contento di restare al Venezia e ha sposato in toto la causa (l’intervista avviene mentre Antonelli si sta recando a vederlo in Galles al playoff per Euro 2024 con la Finlandia, potrebbero interessare al Venezia suoi compagni di Nazionale, ndr)».
L’unica nube sul 2° posto del Venezia, è la situazione dei conti societari, ci sarebbe il rischio di non iscriversi a giugno. Niederauer risolverà tutto per tempo, come ha lasciato intendere?
«Ci stiamo lavorando tantissimo, dobbiamo coinvolgere i nuovi soci, so esattamente cosa si sta facendo per sistemare tutto. Ma lascerò che ne parli lui. Intanto abbiamo onorato i pagamenti di tutte le scadenze, così che si possa pensare solo alla squadra».
Niederauer sperava di avere novità già in questo mese: accadrà?
«Non so se sarà per questo mese ma di sicuro entro la fine della stagione sistemeremo tutto».
Possibile che Niederauer ceda anche oltre della metà delle quote?
«No, la discussione resta solo su una ampia quota di minoranza, resterà presidente».
La considerano il dirigente del futuro, al Venezia è molto più di un ds, è membro del CdA, è l’uomo di Niederauer quando lui non c’è, cioè quasi sempre. Dove si vede fra 10 anni?
«Bellissima domanda. Intanto ringrazio Duncan Niederauer per avermi dato questa grossa possibilità di crescita. Prima di tutto voglio centrare l’obiettivo per il presente. Al Venezia mi sento molto legato, come lo sono al calcio, vedremo la vita che cosa poi ci riserverà»
Per chiudere, Galliani cosa le ha più insegnato?
«Non tralasciare mai nulla. Mai dare nulla per scontato. Antcipare le cose, capire sempre le dinamiche che si stanno sviluppando. E soprattutto, mai stare fermo».