ROMA – Ferguson ha perso un’altra occasione. Contro il Napoli, l’attaccante irlandese è stato tra i peggiori in campo: impreciso, lento, quasi mai nel vivo del gioco. Gasperini lo ha tolto dopo l’intervallo, preferendo giocarsi la carta Baldanzi. Una bocciatura netta, inequivocabile e inevitabile. Perché con il pallone tra i piedi non ha funzionato praticamente nulla: passaggi sbagliati, pochi duelli vinti, nessuno scatto in profondità. Anche in fase di non possesso è apparso lontano dai livelli che avevano convinto la Roma a prelevarlo in prestito oneroso dal Brighton la scorsa estate. Insomma, dopo la mezz’ora in corsa contro il Midtjylland, la punta sembra tornata al punto di partenza, stile gioco dell’oca. Si impegna, ma spara a salve.
Ferguson, magro bottino
Il gol alla Cremonese allo Zini, il primo (e finora unico) dopo tre mesi di digiuno assoluto, era sembrato un punto di svolta. In quell’occasione Ferguson aveva esultato in modo polemico, portandosi l’indice alle labbra per zittire le critiche. Un gesto che oggi ha un altro sapore. Perché nelle successive due partite non è più riuscito a vedere la porta, né in campionato né in Europa League. Se il livello si alza, va in sofferenza sistematicamente. Di riflesso il suo score in giallorosso resta poverissimo: in 13 presenze tra tutte le competizioni ha messo da parte solo una rete e un assist. Troppo poco per un giocatore arrivato come rinforzo di spessore per il reparto offensivo di Gasperini, al di là della giovane età.
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