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Orgoglio Balotelli, vuole provare ancora un’avventura: c’è voglia di River!


Un anno dopo l’ultima apparizione ufficiale, Mario Balotelli resta una questione aperta del calcio italiano, sospesa tra attesa e possibilità concrete di ritorno. Il 21 dicembre 2024, a pochi minuti dalla fine di Genoa-Napoli, entrò in campo, colpì un palo e uscì di scena. Da quel momento non ha più giocato una partita ufficiale. L’esperienza con il Genoa non è mai davvero decollata: il rapporto poco idilliaco con Patrick Vieira e una gestione penalizzante lo hanno confinato ai margini del progetto rossoblù, in pratica un separato in casa, fino allo svincolo estivo. Dopo l’esonero dell’allenatore, SuperMario ha affidato ai social un messaggio duro e simbolico (“Dio vede e provvede…”), più uno sfogo che una rivincita, mentre sul campo il silenzio è rimasto totale (era comunque a Marassi l’altra sera, con la figlia Pia e il fratello Enock). Oggi si allena a Brescia, al Cus, con il Carpenedolo e con il suo preparatore personale, lavorando sulla condizione e aspettando una chiamata che in Italia non è ancora arrivata. L’idea è attendere fino alla fine di gennaio, nella speranza che il mercato di riparazione offra un’occasione credibile in Serie A, ma la consapevolezza è che il tempo non giochi a suo favore e che le alternative vadano considerate.

Balotelli e la suggestione River Plate

All’estero le opzioni non mancano; tra queste prende forma la pista River Plate, con Marcelo Gallardo interessato a valutare l’operazione. Sarebbe una scelta importante, ma non una novità assoluta nella carriera di Balotelli, che ha già vissuto sei esperienze lontano dall’Italia tra Manchester City, Liverpool, Nizza, Marsiglia, Sion e Adana Demirspor, rendendo l’Argentina una possibile settima tappa internazionale. A 35 anni i numeri restano significativi: è il secondo marcatore italiano in attività alle spalle di Immobile, nonostante un anno intero passato da spettatore. “Sto bene, mi alleno con continuità. Il calcio di oggi è diverso: è più fisico e con meno qualità rispetto a prima, io sento di poter ancora giocare”, ha ribadito in un’intervista rilasciata a Clarence Seedorf, suo ex allenatore ai tempi del Milan, ai microfoni di Prime Video. E a proposito di Nazionale, il Mondiale resta un obiettivo reale: “Il Mondiale è un sogno distante, ma non l’ho cancellato”. Oggi però conta il presente: trovare una maglia, un ruolo chiaro e un contesto tecnico definito, in Italia o all’estero, per dimostrare senza clamore mediatico che per lui esiste ancora uno spazio concreto.

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