ROMA – Si sa che sotto le feste i treni non arrivano quasi mai in orario. Quello di Zirkzee non fa eccezione: è atteso in ritardo. Il Manchester United non libererà infatti Joshua prima della fine del mese, quando conta di riavere a disposizione i due attaccanti attualmente impegnati in Coppa d’Africa, Mbeumo con il Camerun e Diallo con la Costa d’Avorio. A Trigoria si sono già messi l’anima in pace, senza offendersi per le lungaggini di una trattativa che va avanti da novembre: così va il mondo e pure i giallorossi, dopotutto, non intendono liberarsi di nessun calciatore in difesa e a centrocampo fino a che N’Dicka ed El Aynaoui non faranno ritorno a casa dal torneo continentale. È un ragionamento che vale soprattutto per Pisilli, il ragazzo al quale Gasperini non riesce a garantire lo spazio che meriterebbe: «In questo momento ho tre centrocampisti, quindi non è assolutamente proponibile un suo allontanamento», ha chiarito ieri il tecnico della Roma. Che come Amorim, l’allenatore del Manchester, sa fare bene i conti con i limiti della propria rosa. Gian Piero, pur consapevole che «sarebbe meglio giocasse di più», non può permettersi di dare il suo giovane più promettente proprio al Genoa di De Rossi, l’avversario odierno che tenta Niccolò da settimane.
Roma, l’offerta per Raspadori
Da settimane il ds Massara prepara quindi la strada parallela a Zirkzee, quella che porta al jolly offensivo Giacomo Raspadori. Jack non è affatto un piano B. Se lo fosse, sarebbe alternativo all’olandese, mentre la Roma Joshua conta di prenderlo a prescindere incontrandosi a metà strada tra la sua proposta (un prestito con riscatto legato alla Champions per 30 milioni) e la richiesta del club inglese (40 milioni) quando tutte le cose africane si sistemeranno. Il dieci della Nazionale italiana, poco più di 400 minuti in campo con l’Atletico conditi da 2 gol e 3 assist, sarebbe un rinforzo in più per il fragile attacco della Roma e il ds giallorosso avrebbe avanzato giusto in queste ore agli spagnoli una proposta simile nelle modalità ma diversa nel prezzo. E dunque: prestito oneroso fino a giugno da 2-3 milioni di euro, poi acquisto per altri 15 in caso di ottenimento del pass europeo più prestigioso. La squadra di Madrid si è detta da tempo disponibile a lasciar partire un calciatore acquistato in estate, per il “via libera” chiede però 22 milioni trattabili così da pareggiare l’investimento fatto pochi mesi fa. Oggi il calciatore avrà un vertice con il tecnico Simeone, che lo stima ma non sembra ritenerlo centrale nel suo progetto tattico. La distanza tra richiesta e offerta non pare uno scoglio insormontabile; il “no grazie”, dunque, è un invito a riprovarci con argomenti più convincenti.
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