MADRID (SPAGNA) – Nella sua notte più lunga, Xabi Alonso si ritroverà di fronte uno dei suoi maestri, il più temibile, Pep Guardiola. E la verità è che non deve essere semplice preparare una partita come Real Madrid-Manchester City mentre tutto, intorno a te, brucia. Da giorni, nella capitale, il dibattito non riguarda tanto il piano gara o le contromisure per fermare Haaland, quanto il futuro del tecnico basco. Il Bernabéu vive sospeso in una strana tensione: si parla più dei suoi possibili sostituti – Raúl, Arbeloa, Solari – che di un avversario tutt’altro che qualunque. Persino Mourinho, incalzato alla vigilia di Benfica-Napoli si è dovuto smarcare: “Il Real è per me un capitolo chiuso”.
Xabi Alonso sulla graticola: l’analisi prima del match contro il Manchester City
Dalla sua, l’ex centrocampista merengue, prova a mantenere calma e lucidità, almeno davanti ai microfoni: “Quando alleni il Real devi essere preparato per questo tipo di situazioni”. E quando gli hanno chiesto se ha tutto lo spogliatoio dalla sua parte, Xabi non ha esitato: “Sì”. Poi sulla partita: “Siamo concentrati, la squadra è unita. Siamo un gruppo e andiamo avanti mano nella mano”. Parole che acquisiscono un significato ancora maggiore quando in sala stampa entra Aurélien Tchouaméni, che come ha già fatto Fede Valverde in passato, ha scelto la strada dell’autocritica, puntando il dito verso la squadra: “Non è colpa dell’allenatore, siamo noi che dobbiamo migliorare. Se non vinciamo è perché siamo noi a dover fare le cose meglio. E se vogliamo vincere dobbiamo remare tutti nella stessa direzione”.
Real Madrid in emegenza: difesa da reinventare
Dal fronte opposto, Pep Guardiola osserva con lo sguardo di chi avverte l’odore del sangue ma, allo stesso tempo, è unito da un forte legame a Xabi Alonso, suo ex giocatore al Bayern: “Certo che gli sono vicino, ma sono convinto che saprà uscirne. Abbiamo lavorato insieme due anni e mezzo ed è stato incredibile. La questione è che Barcellona e Real Madrid sono i due club più complicati da allenare e, quando non vinci, sai bene cosa succede”. In realtà lo sanno tutti, il fatto è che potrebbe essere lui ad assestare il colpo letale al suo vecchio pupillo. Per di più, Xabi arriva alla sua partita più importante, con il motore in panne: “Abbiamo molte assenze dietro, ma ci sono giocatori di livello – ha sottolineato Tchouameni – . Dovremo difendere tutti insieme. Se giochiamo al nostro livello possiamo vincere”. Assenze pesantissime (Carvajal, Trent, Huijsen, Militao, Alaba, Mendy e Camavinga), un reparto difensivo praticamente da reinventare davanti all’orco scandinavo e un dubbio che rende il tutto più inquietante: la presenza di Kylian Mbappé. Il francese, infatti, convive con un dito rotto e fastidi muscolari alla gamba sinistra che gli hanno impedito di partecipare all’ultimo allenamento. Difficile pensare che il leader dell’attacco blanco possa perdersi una partita del genere. Tuttavia, dovremo aspettare l’undici ufficiale del Real per saperlo. È in questo scenario, tutt’altro che confortante, che Xabi Alonso si gioca molto più di una partita: in gioco, infatti, c’è la fiducia del club e dei tifosi, la tenuta dello spogliatoio e, di conseguenza, il futuro del suo progetto. Ammesso che ce ne sia uno.
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