Difficilmente si ricorda un Claudio Ranieri così. Nel post partita su Sky Sport, l’allenatore della Roma guarda in camera e si rivolge direttamente a Roberto Rosetti, designatore arbitrale europeo: “Com’è possibile che una persona integerrima come lei mandi a Oporto, su un campo molto caldo, un arbitro con cui in 22 partite la squadra ospite ha sempre perso, pareggiando al massimo nove volte”. Poi si scende nel dettaglio della condotta di gara: “Prometteva e dava cartellini dall’inizio, secondo me aspettava succedesse qualcosa in area del Porto per dare un rigore e fargli vincere la partita. Lui è convinto di aver fatto bene perché è abituato a comportarsi così, ma in una partita simile non ci possono essere così tanti ammoniti. Ha irretito i giocatori, che si sono giustamente innervositi, ho pregato loro di non protestare. Alla fine del match li ho allontanati perché l’arbitro non meritava il loro saluto, su un campo internazionale non può avvenire una cosa del genere”.
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“Sul gol subito il guardalinee sapeva che dovevamo fare dei cambi”
Ranieri svela anche un aneddoto che non si era colto in tempo reale, determinante in occasione del pareggio di Moura: “Sul gol potevamo essere più attenti, ma il guardalinee sapeva che noi dovevamo effettuare il cambio dopo l’angolo. La partita è stata bellissima, siamo venuti qui per vincere e abbiamo fatto una buona prestazione. Sono davvero contento della squadra, ma è andata così e pazienza”. Un’ultima sottolineatura severa riguarda la gestione attuale dei contatti nel calcio, stesso aspetto evidenziato da Gasperini dopo Bruges-Atalanta: “Mi innervosisco quando tutti saltano di testa e gridano facendo finta di aver subito colpi in faccia. Abbiamo il Var, iniziamo a punire le simulazioni“.
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