C’era una volta Mattia Caldara. Ad un mese esatto dal suo ritiro dal calcio giocato, l’ex difensore di Juventus, Atalanta e Milan ha parlato ai microfoni del podcast ‘Centrocampo’, ripercorrendo numerose fasi della propria carriera da calciatore, terminata ufficialmente il 15 novembre scorso a seguito della lettera rilasciata dallo stesso calciatore. Nel corso dell’intervista, Caldara si è soffermato particolarmente anche sulla sua esperienza – seppur breve – alla Juventus di Chiellini, Barzagli e Cristiano Ronaldo e del suo lungo periodo all’Atalanta di Gasperini, in cui ha vissuto l’exploit della squadra bergamasca sotto la guida dell’attuale tecnico della Roma.
Caldara sulla Juve: “I bianconeri fecero l’offerta più concreta”
“A dicembre è arrivata la chiamata della Juventus. Il procuratore mi disse che c’erano molte squadre interessate, ma la Juventus era quella che aveva fatto l’offerta più concreta. Poi l’Atalanta in quel momento era all’inizio del ciclo, stava per vendere Gagliardini all’Inter, ed il mio procuratore mi disse ‘la Juventus non ti vuol prendere subito, ti vuol tenere un anno e mezzo in prestito all’Atalanta.’ Quando mi ha detto quelle cose, ho pensato potesse essere la scelta migliore.” Caldara ha esordito così in merito a quella che fu la sua avventura con i bianconeri, in merito alla quale ha aggiunto: “Firmo con la Juve e resto poi a Bergamo un anno e mezzo. Lì ha cominciato a diventare diverso: mi fermavano persone per fare le foto e mi rendevo conto che iniziavano a guardarmi, cosa che fino a 5-6 mesi prima non accadeva affatto. Era cambiato tutto, e l’esser rimasto un anno e mezzo all’Atalanta mi è servito molto.”
“La chiamata della Juve mi ha influenzato, ma poi…”
Alla domanda su che effetto avesse potuto fargli la proposta della Juve, ha affermato Caldara: “Sono molto onesto, sono una persona non apatico ma sentimentalmente sono molto freddo. Sia che faccio prendere gol alla squadra o succede una cosa importante come ricevere la chiamata della Juve, nel momento sto male, ma se mi guardi il giorno dopo è la stessa cosa. Le vivo fortemente per poco tempo ma poi sono sempre la stessa persona di prima, nel bene e nel male sono così. La chiamata della Juve mi ha influenzato per un giorno, ma poi è tornato tutto alla normalità. Sicuramente è un premio per me e la mia famiglia, con la Juve che ti vuole comprare, non posso negare sia stato molto importante.”
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