Giornata di vigilia per l’Inter di Cristian Chivu, che domani a Riyadh affronta il Bologna di Vincenzo Italiano, ultima vincitrice della Coppa Italia. Nerazzurri orfani del lungodegente Dumfries, operato alla caviglia, ma pronti a confermare quanto di buono fatto in campionato, dove Lautaro e compagni sono attualmente in testa alla classifica con 33 punti all’attivo. Tanti i temi toccati da Chivu e Alessandro Bastoni in conferenza stampa: dall’avversario di turno ai molti impegni in calendario, senza dimenticare il mercato di gennaio e la possibilità di conquistare il primo trofeo da allenatore dell’Inter per il romeno.
Supercoppa, Chivu alla vigilia: “È un trofeo. Calhanoglu è a disposizione”
Così Cristian Chivu in conferenza stampa: “È un trofeo, sappiamo quello che ci dà. Dall’inizio ci siamo proposti di battere colpo su colpo, di giocare ogni partita con intensità, con voglia, con ambizione, perché è una squadra che ha ancora tanto da crescere, nel percorso che stiamo portando avanti. Magari non meritiamo di essere qua ma approfittiamo del nuovo format, un mini-torneo che fa un regalo a noi e al Milan. Se siamo qua, ce la giochiamo fino in fondo. Calhanoglu? Oggi si è allenato ed è a disposizione, poi valuteremo se farlo partire o meno dall’inizio. Un giorno in meno di recupero? Ormai siamo abituati, è chiaro che preferiremmo avere un giorno in più, ma adesso pensiamo alla partita di domani, che è la cosa più importante. Perché siamo arrivati più tardi qui? Per il freddo… No, è una scelta, anzi avevo chiesto di arrivare direttamente oggi. Poi mi hanno detto delle 6 ore di volo e delle 2 di fusorario, e allora ho pensato di arrivare”.
Chivu: “Cosa cambia vincere un trofeo? Niente, non sono a caccia di reputazione”
Chivu ha poi proseguito: “Vincere un trofeo? A me non cambia niente, io non sono a caccia di reputazione, io sono felice per loro. Mi godo il quotidiano e la nostra crescita, quello che stiamo cercando di far vedere in giro per l’Europa e per l’Italia. Sono bravi, sono validi, meritano tanto per quello che rappresentano dal punto di vista umano. Poi dal punto di vista professionale devi dimostrare sul campo, ma abbiamo voglia e consapevolezza di ciò che vogliamo e possiamo fare. 7 su 7, solo così si costruiscono squadre che poi avranno possibilità di vincere trofei. Bologna scomodo per tutti, non solo per l’Inter. Lo era con Thiago Motta, con Sinisa ancora prima, lo è tuttora con Vincenzo. Hanno un modo di fare determinate cose che può mettere in difficoltà chiunque, se non pareggi almeno la loro intensità. Per me è un onore allenare un gruppo come loro, perché ha tanta voglia e ha affamato, è portato a vincere qualche trofeo. Come staff, abbiamo fatto del nostro meglio per ridare fiducia, passione e gioia per quanto riguarda questo gioco, tanto meraviglioso quanto bastardo a volte, perché a volte si perde immeritatamente. Si va sempre a testa alta, perché sappiamo quello che vogliamo trasmettere per il futuro”.
Chivu e i big match: “Anche con la Roma era uno scontro diretto, non viene mai citato”
Sul rendimento nei big match, Chivu non fa drammi: “Hanno citato Bologna come scontro diretto, ma io aggiungerei anche Roma come scontro diretto, che non viene mai citato. Ma noi non dobbiamo dimostrare niente, bisogna dimostrare sul campo, mettendo il massimo di quello che abbiamo, perché nessuno ci regala nulla. Poi si esce vincitore o si esce sconfitto, a volte si riesce a volte meno, ma sicuramente non manca l’ambizione per vincerle tutte. Non è mai semplice”.
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