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Conte specialista di finali: con il Napoli prepara l’ottava


Mister Conte sembra il signor Wolf: spunta nei momenti più difficili e sistema le cose. E così da quando è arrivato al Napoli: la caduta di Verona, le due sconfitte con la Lazio, il tuffo nel lago e via, scudetto. Ed è accaduto anche quest’anno, più volte: perde con il Toro e il Psv, risorge con l’Inter; affonda a Bologna, si ritira per deliberare a Torino, rientra dopo una settimana e ne piazza cinque in fila in grande stile. Per finire, ha trovato l’acqua nel deserto a Riyadh: gran bella vittoria contro il Milan in semifinale di Supercoppa dopo le due sconfitte consecutive in cinque giorni contro il Benfica in Champions e l’Udinese in campionato, e ottava finale della sua carriera, questa volta contro il Bologna. La terza nella competizione, con due vittorie nelle due precedenti. Si direbbe uno specialista. Ma anche uno scacchista.

Le mosse per la finale

Come ti cambia il Napoli: la squadra è in debito di ossigeno e in difficoltà psicofisica, ha affrontato un periodo tremendo di sette partite senza Anguissa, De Bruyne, Gilmour, Lukaku, Meret e a tratti anche Lobotka, Gutierrez, Olivera e Juan Jesus, giocando una volta ogni tre giorni dal 22 novembre, e lui che fa? Sposta cavallo, torre e alfiere e fa scacco in tre mosse al Diavolo. I puristi del gioco saranno inorriditi, è comprensibile, ma tornando al calcio e alla semifinale di giovedì la storia può essere spiegata così: ha cambiato Beukema, Buongiorno e Lang piazzando Di Lorenzo e Juan Jesus nel tris di difensori centrali; rilanciando Politano a tutta fascia destra dopo sei panchine iniziali su sette partite; e avanzando Elmas nei due trequartisti alle spalle di Hojlund. Azzardi a gogo? Macché, equilibrio perfetto.

La tattica 

Anche l’atteggiamento tattico è stato diverso rispetto al solito: pressing meno offensivo, blocco più basso, squadra in attesa ma ugualmente efficace nelle pressioni e nell’organizzazione difensiva e nelle ripartenze. Clean sheet e due gol. Rispetto al ciclo inaugurato dalla partita con l’Atalanta, il sistema è rimasto invariato: 3-4-2-1 che diventa 5-4-1 in fase di non possesso. Il modulo è stato a sua volta al centro di una svolta a suo modo epocale per come era partita la stagione dopo il grave infortunio di De Bruyne contro l’Inter, il 25 ottobre: in principio era il Napoli dei Fab Four, 4-1-4-1, mentre oggi è tornato all’antico. Al primo abito indossato all’esordio, agosto 2024.

La par condicio

Conte cuce, scuce, taglia e i risultati arrivano: lunedì giocherà la sua prima finale tinta d’azzurro, l’ottava in carriera dopo quelle in Community Shield e in FA Cup (due) con il Chelsea, in Europa League con l’Inter, in Coppa Italia e in Supercoppa (due) con la Juve. Anni 2012 e 2013: la prima proprio contro il Napoli a Pechino, era squalificato e in panchina andò Carrera. E vinse: proverà a ristabilire la par condicio di coppa.


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Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

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