Dal suo rapporto con Maurizio Sarri ed Antonio Conte al al mancato trasferimento al Napoli, tra sorrisi ed episodi curiosi: David Luiz si è raccontato nel corso dell’intervista concessa a GianlucaDiMarzioTV, a margine del documentario dedicato al Pafos e alla storia di una squadra ora protagonista in .
David Luiz e il rapporto con Sarri: “Lui è speciale, quella medaglia dopo aver vinto l’Europa League…”
David Luiz ha speso parole al miele per Maurizio Sarri e per il suo periodo alla corte dei Blues, tra battute e simpatici aneddoti: “Il più speciale è stato Sarri. Ho quasi iniziato a fumare per colpa sua… Ogni giorno mi chiamava nel mio ufficio e mi diceva che avremmo dovuto parlare. Lui fumava una, due, tre sigarette, parlava e io dicevo: ‘Per favore, apri la finestra’. E lui: ‘Stai zitto, dobbiamo parlare di calcio’. Era un allenatore e una persona fantastica. La finale vinta? Sarri ammirava la medaglia come un ragazzino, come un bambino. E io ero così felice per lui, anche più di tutti i titoli che ho vinto nella mia vita. Perché lui era arrivato da noi con grande passione e voleva cambiare tutto in un mese. Io ero uno di quelli che cercavano di calmarlo: ‘Stai un po’ tranquillo, qui è diverso da Napoli. E poi c’era Hazard, gli diceva di pressare, si arrabbiava e sbatteva i fogli per terra. Io andavo da lui per spiegargli che al Chelsea c’era un altro stile. Dopo i primi tre mesi si è aperto con noi. E noi con lui. La squadra è migliorata: abbiamo chiuso al terzo posto in Premier League e abbiamo vinto in Europa dominando la finale”.
David Luiz, il rapporto conflittuale con Conte e il mancato trasferimento al Napoli
Dalle liti con Antonio Conte alla possibilità di andare al Napoli e di approdare in Serie A: “Quando eravamo al Chelsea io e lui litigavamo di continuo, ma entrambi volevamo la stessa cosa – ha ammesso David Luiz –. Pensavo che lui fosse arrabbiato con me da molti anni. Ma poi abbiamo vinto la Premier League e la FA Cup. Prima di tornare in Europa mi voleva al Napoli. Ha detto che aveva bisogno di un giocatore come me, intenso e folle. Alla fine non sono andato perché non avevo il passaporto europeo”.
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