Un sentimento purissimo, di quelli che cominciano da bimbo. Il primo amore che non puoi dimenticare nonostante passino gli anni, nonostante nel tuo cuore si ritaglino spazio altri affetti, altre passioni, altri colori. Ma quel desiderio, quell’attrazione, continua a scaldarti il petto e sai perfettamente che, come diceva Blaise Pascal, “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”. Da bimbo, a Laguna Larga, provincia di Córdoba, República Argentina, Paulo Dybala quando andava a giocare nel Potrero, il campo in terra che orna ogni Barrio, ogni quartiere in qualsiasi angolo del Paese, metteva sempre e solo una maglietta: quella Azul y Oro, quella del Club Atlético Boca Juniors.
Nel nome del padre
Una passione figlia di una regola non scritta ma quasi inviolabile: il figlio tifa la squadra del padre. E sì, Adolfo, il papà della Joya, scomparso nel 2008 per un cancro, era “de Boca hasta la medula”, Bostero fino al midollo. Paulo lo ha raccontato più volte: «Mio padre era un hincha, un fan del Boca e mi portava ovunque. A 10 anni sono andato a giocare all’Instituto e sono diventato un po’ tifoso de “La Gloria”. Ma quando il Boca giocava a Córdoba andavo sempre allo stadio con papà a vedere il Xeneize». Un Amor Bostero che ha resistito con forza nonostante il cariño, l’affetto, per l’Instituto prima e poi quello per Palermo, Juve, Roma. Un sentimento Azul y Oro che gli fa palpitare il cuore: sul thermos per il mate Paulo ha gli adesivi del Boca e della Selección. Nessun altro.
Non è fantamercato
Ecco perché, ora che alla Roma, nelle idee di Gasperini, pare non essere più indispensabile, quell’Amor Bostero è tornato prepotentemente a fargli palpitare il cuore. Sì, Paulo con addosso la maglia numero 10 del Boca Juniors non è fantamercato, anzi: oltre alle ragioni del cuore tanto care a Pascal ci sono anche motivi che pure la ragione può facilmente comprendere. Andiamo con ordine: nell’ultima partita della Roma, lunedì contro il Como, il crack è stato fatto scaldare per 40’ nella ripresa, salvo non essere impegnato manco pochi secondi e nonostante la Roma avesse usufruito solo di 2 sostituzioni. Nel post partita Gasperini non gli ha risparmiato una stoccata: «In genere faccio tutti i 5 cambi, ma era difficile toccare qualcosa. Questo sia uno stimolo pure per Paulo: quando sta bene non c’è nessuno con la sua qualità. Magari può essere pronto per la Juve, vediamo come si allena». Una frase che non ha riempito di gioia El Diez, che continua, però, a far gruppo con i compagni: dopo il gol di Wesley França è andato ad abbracciarlo esultando con la Dybala-Mask.
Il contratto con la Roma scade a giugno ‘26 e no, non verrà rinnovato. Ad oggi l’unica squadra che ha manifestato interesse è il Boca Juniors: l’idea stuzzica la Joya che vorrebbe giocare in Patria; e in Argentina (e in tutto il Sudamerica) non c’è nulla di più prestigioso del Xeneize. Aggiungete che il capitano del Boca è Lea Paredes, più che un amico un fratello per Paulo. Il club Azul y Oro lo vorrebbe già a gennaio, per preparare al meglio una rentrée di primissimo livello in Copa Libertadores, ma c’è il problema ingaggio (8 milioni) e pure quello d’un eventuale indennizzo alla Roma. Ecco perché Juan Román Riquelme, presidente del Xeneize, confida che Paulo forzi la mano con i giallorossi, esattamente come fece Paredes. Tra meno di un mese o, più probabilmente, a giugno, Dybala diventerà un bostero. E quell’amore di bambino potrà sbocciare. Perché al cuore no, non si comanda. E al Corazón Xeneize ancora meno…
Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

