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Leader Yildiz, stipendio da top player e non solo: cosa chiede il gioiello di Spalletti


Il 2024 è stato l’anno dell’apparizione, il 2025 della conferma, il prossimo dovrà essere quello della definitiva consacrazione. Kenan Yildiz si trova nel girone antico, qui dannato, degli inferi dei numero dieci. Perché non ha ancora vinto nulla da protagonista con la maglia della Juventus – due gol nella Coppa Italia 2023-24, sì, ma nelle goleade con Salernitana e Frosinone – ed è chiaro che per ambire a cifre altissime di stipendio, oltre a valere fra i 70 e i 100 milioni di cartellino, il cambio di passo debba esserci. Diventare Del Piero non solo nella linguaccia di esultanza ma anche nel sottotesto, che significa essere decisivo in Champions League e portarsi sulle spalle il peso del Mondo, come Atlante nella mitologia greca, in Serie A. C’è una terza via, tutt’altro che scontata, cioè quella degli spareggi della Turchia per il Mondiale di quest’estate: prima ci sarà la Romania in casa, poi una fra Slovacchia e Kosovo in trasferta. Non avversari insormontabili, ma nemmeno gitarelle del giovedì sui campi di provincia per un allenamento.

Il campione

Per solutori meno abili: Yildiz ambisce a essere il top di questa Juve, a ventun anni e con la consapevolezza di avere qualità maggiori rispetto agli altri, probabilmente a tutti. Per fare quel salto in più, da ottimo giocatore a campione, serve dimostrare più continuità. Incantare basta nel momento in cui le partite vengono vinte, una in fila all’altra. Il recente filotto bianconero può dargli la fiducia per spingersi oltre. Il calendario, del resto, aiuta: cinque gare abbastanza abbordabili con Pisa, Sassuolo e Cagliari fuori casa, Lecce e Cremonese tra le mura amiche. In una situazione ideale sarebbe lecito aspettarsi tra i 10 e i 15 punti, ammettendo da una parte l’opportunità di inciampare una volta e dall’altra di massimizzare il bottino al 25 di gennaio, quando ci sarà la sfida di altissima classifica contro il Napoli. In mezzo agli appuntamenti con Benfica, all’Allianz, e Monaco, nel Principato, valevoli per arrivare almeno ai playoff di febbraio in Champions, laddove è difficile chiedere di più per ora.

Il futuro di Yildiz

Poi c’è il capitolo rinnovo. Un anno e mezzo dopo l’ultima firma – su cinque anni di accordo, passando da poche centinaia di migliaia di euro a oltre un milione e mezzo – il tema è quanto mai attuale. È una questione di opportunità: la Juventus sa di dovere premiare l’evoluzione che ha avuto fin qui, ma non va oltre una certa cifra. Dall’altra la richiesta è quella di essere il più pagato, venendo equiparato a Gleison Bremer e Jonathan David. Profili differenti che sono arrivati ai 6 milioni annui grazie a percorsi non comuni: con tre anni e mezzo ancora di contratto e la necessità di risparmiare qualcosa, che bisogno c’è di anticipare la discussione rispetto all’estate prossima, quando si saprà a che punto è il dieci? Perché senza la qualificazione in Champions c’è la possibilità che venga messo sul mercato (costo storico a zero, plusvalenza totale) con uno stipendio abbordabile per tutte le big. Altrimenti il rinnovo sarà legittimo, con Vlahovic che verosimilmente libererà ventitré milioni di budget per chi si è distinto particolarmente negli ultimi mesi. I primi del 2026, quelli che potrebbero portare alla definitiva consacrazione di Yildiz.


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Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

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