TORINO – Una prospettiva diversa. È questo che la Juventus vorrebbe regalarsi a Natale e per farlo deve dare continuità a quanto visto a Bologna. Il risultato, come prima cosa, sempre, ma anche e soprattutto la prestazione nella sua totalità. Una squadra più coraggiosa, efficace in quello che prova a mettere in campo. Ed ecco, allora, che arriva l’ennesimo test che può dare una risposta importante, la partita contro la Roma. È stato solo un fuoco di paglia o si ha la forza di alimentare questa fiammella di ottimismo che scalda l’ambiente? Per questo, tra le mura della Continassa si lavora a testa bassa, pensando solo al prossimo impegno, quello contro la banda di Gasperini che, da parte sua, si è già iscritta alla corsa delle grandi sorprese di questo campionato.
McKennie, il jolly di Spalletti
In queste settimane, Spalletti ha fatto una fotografia chiara della direzione presa dal calcio: meno moduli rigidi e più duelli a tutto campo, la partita contro la Roma sarà l’ennesimo esempio di ciò con il tecnico di Grugliasco che è stato ed è maestro di questo modo di interpretare le partite. Resiste e continua a stuzzicare l’idea della difesa a quattro – soprattutto con il ritorno di Bremer -, e di una squadra che dalla cintola in poi può svilupparsi con un 4-3-3 o un 4-2-3-1. Weston McKennie può essere l’ago della bilancia. Ha incassato i complimenti di Spalletti e ha rilanciato con prestazioni di alto livello e giocate decisive e, anche in questo caso, la sua duttilità torna più che comoda. Mezzala nel centrocampo a tre, oppure da trequartista centrale nel 4-2-3-1. Da dieci, insomma, seppur con funzioni diverse. La creatività e lo spunto lasciate nei piedi di Yildiz e Conceicao, con lo statunitense messo lì per scombinare le carte con gli inserimenti a sorprendere la difesa avversaria.
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