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Tether, Ardoino rilancia sulla Juve: “Noi più solidi di una banca. Vi spiego perché hanno paura”


Tether come “full reserve bank”: un modello alternativo

Da questa impostazione nasce la provocazione più forte: Tether può essere considerata, di fatto, una banca completamente collateralizzata? Ardoino non ha dubbi e difende il modello con numeri e composizione delle riserve, sottolineando una solidità che, a suo dire, supera quella di molte istituzioni tradizionali: “Sì. Con la tecnologia dei token riusciamo ad avere una copertura al 100%, anzi superiore. Oggi, su circa 186 miliardi di dollari di depositi, abbiamo oltre 140 miliardi in buoni del Tesoro americani a breve termine, circa 15 miliardi in oro fisico e il resto in altri strumenti cash equivalent, come i bitcoin. È un portafoglio estremamente più sicuro di quello di una banca tradizionale. È possibile essere una full reserve bank ed essere in grado di generare profitti: con 186 miliardi gestiti al 4% l’anno, parliamo di 7-8 miliardi di dollari di utili annui senza assumere particolari rischi. Noi non dobbiamo prestare i soldi dei clienti per mantenere la struttura, come invece fanno le banche tradizionali”..

Regole e privilegi: il nodo della regolamentazione

Una delle critiche più ricorrenti riguarda il presunto vantaggio competitivo delle società che emettono stablecoin, accusate di godere dei benefici di una banca senza sottostare agli stessi vincoli. Ardoino respinge questa lettura e chiarisce perché Tether non rientri nei regimi normativi europei o svizzeri: “Non è vero. Noi, contrariamente alle banche, non abbiamo il privilegio di tenere solo il 10% di riserve liquide. Le regolamentazioni per le stablecoin, come il GENIUS Act statunitense, sono molto stringenti: non possiamo fare credito, non possiamo prestare soldi a un cliente per comprarsi una macchina; non facciamo brokeraggio e non gestiamo investimenti per conto dei nostri utenti. Emettiamo, dietro copertura, un gettone digitale equivalente a un dollaro americano: quando l’utente vuole il dollaro indietro, basta che ci restituisca il gettone (il token) e noi restituiamo il dollaro. Nel 2022 – quando ci fu il crollo della stablecoin TerraLuna – siamo stati sottoposti a una vera e propria corsa agli sportelli (bank run): in 48 ore abbiamo rimborsato 7 miliardi di dollari, in 20 giorni altri 25 miliardi. Nessuna istituzione finanziaria negli ultimi 50 anni ha retto un ritiro del 25% dei propri depositi. Noi sì, perché avevamo tutte le riserve. Questo test lo abbiamo superato a pieni voti“.

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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