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Vlahovic unico assente alla cena di Natale Juve: il motivo


TORINO – La Juventus si è specchiata tra le luccicanti teche del J-Museum e si è riconosciuta. Non solo nei numeri delle ultime uscite, e nemmeno nella classifica, ma nei volti. Nei sorrisi dei bambini che correvano tra i cimeli del club, negli sguardi complici dei giocatori e delle loro famiglie, sedute tutte allo stesso tavolo, come accade in ogni casa italiana quando arriva il momento degli auguri. E quale luogo migliore dell’Allianz – la casa bianconera per eccellenza – per ospitare l’immancabile cenone natalizio, introdotto con queste modalità dall’ex presidente Andrea Agnelli? Nella pancia dello Stadium c’era l’allenatore, Luciano Spalletti, accompagnato dai famigliari e dai suoi più fedeli compagni di viaggio: quello staff che lo ha seguito e assistito in ognuna delle sue tante tappe calcistiche, condividendone successi e delusioni.

Vlahovic, perché non c’era. Il discorso di Elkann

C’erano i giocatori, uno accanto all’altro, ad eccezione di Vlahovic che, complice l’infortunio che lo terrà lontano dal campo fino a marzo, ha fatto rientro in Serbia qualche giorno fa. C’era tutta la dirigenza bianconera, a cominciare dal presidente Gianluca Ferrero, passando poi per l’ad Damien Comolli, l’Head of Football Strategy, Giorgio Chiellini e il direttore tecnico François Modesto. Ma soprattutto, c’era John Elkann, con la sua presenza silenziosa e allo stesso tempo eloquente. L’ad di Exor, a margine dell’evento, ha preso la parola per tracciare un bilancio dell’anno passato e fissare la parola chiave del prossimo futuro: continuità a 360°. Nei risultati, che hanno giovato della cura Spalletti; negli uomini, ora che l’organigramma societario ha finalmente preso la sua forma definitiva e nelle ambizioni. Elkann, del resto, non poteva mancare in un momento come questo: al suo fianco i figli Leone e Oceano e la moglie Lavinia. Un segnale: la Juve è una questione di famiglia. Una presenza sempre più costante, proprio ora che alla porta del club c’è chi, come Tether (il colosso mondiale delle stablecoin), continua a bussare con insistenza, nonostante sia stato lo stesso Elkann a spegnere sul nascere qualsiasi trattativa per la cessione del club con una risposta secca, quasi ruvida nella sua semplicità.

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