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Yildiz-Spalletti: prima le urla, poi gli abbracci. Ecco come Lucio coltiva Kenan


TORINO – Lo striglia e lo rimprovera costantemente, in allenamento come in partita, prima di riaccoglierlo con forza tra le sue braccia. Le lusinghe personali? Poche, pochissime: Spalletti ha un modo tutto suo per coltivare il talento. Per dimostrare l’affetto, la stima e il rispetto che cova nei confronti del suo miglior giocatore: Kenan Yildiz. Nulla di nuovo, almeno non per chi ha avuto modo di studiare l’approccio del tecnico bianconero nel corso della sua lunga carriera. Lucio ha sempre fatto così con i suoi fenomeni, elogiandoli per vie traverse, spesso tramite la stampa. Il perché? Semplice: è fermamente convinto che non ci sia modo migliore per far sì che questi possano buttar giù l’ostacolo e spingersi oltre la logica. Del resto, come direbbe Jovanotti – pure lui toscano come Lucio, ma d’adozione – “I complimenti costano poco e certe volte non valgono di più”.

“Siamo in sintonia”

E non vi è nulla di retorico nel definire “paterno” un approccio simile. Anche perché sabato sera è stato lo stesso Spalletti a descrivere così il suo rapporto con Kenan: «Siamo in sintonia: gli voglio bene come un figlio, so che ci può far sterzare la partita in ogni momento. Nessuno potrà farmi mai dubitare della sua grandissima disponibilità, personalità e conoscenza del ruolo che ha: ho bisogno di lui anche quando sono a casa e non ci alleniamo. A Yildiz posso urlare, sa che è il nostro 10: deve assumersi responsabilità e stare attento a quello che gli dico». Questo a poco più di una settimana dalle dichiarazioni dell’Allianz, dopo la vittoria contro la Roma «I suoi avversari sanno meglio di lui quanto è forte» -. Senza dimenticare le parole del tecnico a margine del match vinto con il Cagliari: «Kenan ha un comportamento da super top, ma con la palla tra i piedi deve capire meglio quando sfondare». E se Spalletti insiste in questa direzione è anche perché sa di avere a che fare con un ragazzo umile, giudizioso, con la testa sulle spalle e dall’intelligenza fuori dal comune.

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