Non è un malanno di stagione, ma una patologia piuttosto comune, a dire il vero. Il Bologna soffre della sindrome delle squadre forti. Giocarsi il primo trofeo stagionale è anche il momento per fare il punto. Sulle 22 gare disputate in stagione, i rossoblù ne hanno perse 5. I nomi di chi ha battuto il Bologna sono tutti di primo livello, tranne uno. In campionato hanno superato la squadra di Vincenzo Italiano la Roma, il Milan, la Cremonese e la Juventus. L’unico ko in Europa League è arrivato per mano dell’Aston Villa, terzo in Premier. Se togliamo la notte storta al Dall’Ara con i grigiorossi, coincisa con la migliore prova in Italia di Vardy, sono state solo big quelle che hanno messo sotto gli emiliani.
Da un lato è testimonianza di solidità, nel senso che il Bologna ha sempre fatto risultato contro chi ha mezzi tecnici di qualità pari o inferiore. Dall’altro però c’è da sottolineare come per arrivare in fondo in una qualunque competizione bisogna fare i conti con chi è attrezzato per vincerla. L’Inter avversaria venerdì in semifinale naturalmente appartiene a queste ultime. Il Bologna non può che essere l’underdog della Supercoppa, come del resto fedelmente fotografato dalle quote degli allibratori, i quali danno la squadra di Chivu favorita numero uno per alzare la coppa. A favore del Bologna in Arabia Saudita, raggiunta ieri nel tardo pomeriggio, c’è la testa libera e un certo storico recente favorevole: 3 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 7 partite. Non sono tante le squadre che possono contare così numerosi risultati positivi negli ultimi confronti diretti contro l’Inter. Affrontare il Bologna significa farsi venire comunque un bel mal di testa: pressing alto e asfissiante; ultima decisiva parte di gara spesso in forcing; subentranti capaci di determinare. La sconfitta con la Juventus di domenica sera è stata presa con filosofia dalla piazza, che da 27 anni non vede i bianconeri capitolare al Dall’Ara, quando si dice bestia che più nera non si può.
Italiano e il jolly Immobile
A differenza della Supercoppa di Riad, il Bologna ha potuto allenarsi a conti fatti per una mezz’oretta soltanto in preparazione alla partita, essendo reduce dall’epica battaglia di Vigo: rientro nella notte tra giovedì e venerdì, prima e unica rifinitura di sabato, match la domenica. Stavolta Italiano avrà tempo per avvicinarsi in modo compiuto a questa semifinale. Il tecnico siciliano avrà anche modo di riflettere a fondo sulla formazione. Le scelte con la Juve sono risultate cigolanti a centrocampo. Mettere dentro Ferguson nella sua vecchia posizione al posto di Odgaard ha destabilizzato il reparto. A Ferguson tuttavia è dura addebitare qualcosa. Parliamo del cyborg che giocò diversi minuti col crociato rotto. Oggi convive col ginocchio non del tutto a posto. Dall’operazione in avanti non ha trovato la vecchia sicurezza. Ma ha comunque portato la Scozia ai Mondiali, ed è un uomo su cui il Bologna può contare. Per essere competitivo con l’Inter, è necessario avere pericolosità offensiva. Il Bologna usualmente tira moltissimo, ma le punte hanno una produttività relativa. Dallinga quando non segna (3 gol in 20 gare) è regolarmente insufficiente in pagella. Castro (5 gol in 19 gare) si sobbarca un prezioso lavoro enorme da centroboa, ma in area non è sempre mortifero. Poi c’è Ciro Immobile. Immobile è appena rientrato e non può essere titolare in Supercoppa, non avendo i 90′ nel motore, come sottolineato da Italiano. La possibilità di terminare la partita col doppio centravanti è però realistica a Riad, nel caso in cui le condizioni lo permettessero. In più Immobile potrebbe tornare utile pure a battere un rigore. Non dal via, ma il bomber c’è.
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