MILANO – L’indifferenza, si dice, è peggio dell’odio. È quella che Cristian Chivu ha rifilato ad Antonio Conte, nelle schermaglie a distanza dopo l’ultimo turno di campionato: «Non mi interessa quello che dice. Sono coerente e voglio trasmettere valori senza mescolarli con cose che lasciano certi odori». Una scia le dichiarazioni dell’allenatore dell’Inter l’hanno comunque lasciata. Dopo il successo sull’Atalanta, a Chivu è stato chiesto di replicare alle dichiarazioni del tecnico del Napoli che, per esaltare il suo lavoro, ha ricordato il ritardo strutturale rispetto alle grandi del Nord. Il dribbling del romeno è stato spietato come i tackle in cui si prodigava da difensore: nel non rispondere, ha alzato un muro a protezione dell’Inter. Il riferimento agli odori ha richiamato alla mente un’altra conferenza stampa, in questo caso dello stesso Conte.
Conte sul Var
A novembre 2024, agli albori del testa a testa scudetto che avrebbe poi vinto, il salentino, furente per la mancata revisione di un rigore poi comunque sbagliato da Calhanoglu in Inter-Napoli, ci mise il carico: «Che significa che il Var non poteva intervenire? Usato così si creano solo retropensieri». Il tempo, va detto, gli ha dato ragione: oggi la sua interpretazione è stata fatta propria dagli arbitri e dallo stesso Rocchi. Da lì in poi – era idea soprattutto di Simone Inzaghi, che su questo si sentì poco difeso dalla dirigenza -, l’Inter ha sempre corso con la segreta convinzione che quell’intervento avesse destabilizzato la contesa, e che gli episodi dubbi diventassero sempre a sfavore. Retropensieri, appunto. Che tornano d’attualità ora che Conte mette nel mirino il suo passato, e non è un caso che, prima di Chivu, gli abbia risposto anche l’ex mentore Beppe Marotta: «Conte sa distrarre l’attenzione. Il favorito è nettamente il Napoli».
“Il rumore dei nemici”
Quanto a Chivu, agli esordi da allenatore di una big, da calciatore è andato a scuola da Fabio Capello e José Mourinho, l’uomo che ha reso un marchio il concetto di “rumore dei nemici”: ha un nuovo stress test da affrontare, ma pare sapere gestire la pressione mediatica. I due si ritroveranno presto da avversari: Inter-Napoli è in programma l’11 gennaio alle 20.45. Nei due precedenti da allenatori le scintille non sono mancate. Nell’ultimo Conte è riuscito, proprio con la sua vis polemica, a mandare fuori giri l’Inter: prima ha innervosito Lautaro, che è sparito dal campo. Poi ha rimbrottato lo stesso Marotta, che aveva criticato l’arbitraggio, con argomentazioni molto lontane da quelle di cui lo ricordavano autore alla Pinetina: quando erano i suoi dirigenti si lamentava del poco interventismo, oggi ne critica quello eccessivo. Più che la partita d’andata, a raccontare quanto possa essere esplosivo il mix Chivu-Conte, c’è però Parma-Napoli dello scorso campionato: al Tardini, in una penultima giornata decisiva per lo scudetto poi vinto dagli azzurri, finirono espulsi entrambi nel parapiglia finale tra le due panchine. Volarono anche insulti, da Conte al vice di Chivu, Antonio Gagliardi, con cui peraltro Antonio aveva lavorato in Nazionale: nessuno si augura di rivedere quelle scene, ma la poker face del tecnico interista sarà messa alla prova dalla sottile arte del più grande provocatore della Serie A.
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