L’evoluzione di De Rossi, entrato nella scia di Gasp, non solo perché allena il Genoa: aggressività, corsa, duelli a tutto campo. Gioca a uomo anche DDR, come in larga parte ormai succede nel campionato di Serie A. Resiste Sarri, fedelissimo ai principi di Sacchi, all’occupazione degli spazi, unico interprete del calcio posizionale. Lo aveva avvisato Giampaolo, il suo allievo, durante il clinic di Castiglione della Pescaia. «Occhio Maurizio, studia bene perché la Serie A è cambiata, non sai più dove trovare i tuoi giocatori sul campo». LUCIO. Si è adeguato persino Spalletti, non ancora convinto di passare a quattro e sinora rimasto, con la Juve, nel solco tracciato da Tudor: 3-4-2-1 accennando, ogni tanto, la pressione sui riferimenti. Lucio ne parlava sabato cantando le lodi di Italiano: «Il Bologna ti salta addosso, è in cima alle statistiche sulla riconquista alta del pallone. Posizioni in continuo movimento, è diventato surpefluo parlare di moduli. Modello Gasperini. Anche De Rossi ora gioca così». L’ex tecnico della Roma domenica a Marassi ha fatto soffrire l’Inter dentro una partita nata in salita per il gol (casuale) di Bisseck e finita all’assalto. Due pareggi, due vittorie e il primo ko, assorbito senza tensioni. Il nuovo sistema funziona, qualche piccolo meccanismo andrà sistemato, come lui stesso ha spiegato. Frendrup, il mediano, non saliva in pressione su Zielinski. «Non ha colpe, ha grande cuore, devo essermi spiegato male io. Vogliamo giocare così. Se vai piano e aspetti, lasciando un avversario libero, non te ne accorgi. Quando vai forte sui riferimenti, se ne lasci uno, salta tutto dietro. Siamo undici contro undici, non si può essere preoccupati di cosa avviene dietro. In certe partite siamo stati più prudenti, ma l’Inter è talmente forte che non hai scampo se aspetti e li fai palleggiare».
De Rossi torna all’Olimpico
Ecco la chiave di un allenatore giovane, moderno, di grandi prospettive, perché conosce il calcio e l’ha giocato ad altissimi livelli. Empatia con il gruppo, trasmette tranquillità dalla panchina, si adegua ai giocatori. Non ha Ederson, il tuttocampista dell’Atalanta che affronterà domenica, ma il Genoa possiede gli interpreti giusti per un calcio di contrasto e di pressione a cui ora dovrà aggiungere una dose di palleggio. Nella Roma di Dybala e Paredes, DDR faceva un altro tipo di calcio, più ragionato. «Guardo Gasperini e chi ha fatto risultati così – raccontava a Dazn dopo il successo di Udine – Non ho inventato niente». Ieri, nel lunedì di riposo, è rientrato poche ore nella Capitale e ha acceso la tv per guardare Roma-Como. All’Olimpico tornerà il 29. Un tuffo al cuore, il confronto con Gasp. Tutto torna.
© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Genoa
Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

